14 novembre, primo sciopero generale europeo

83° Consiglio dei Delegati della FdCA - 14 novembre, primo sciopero generale europeo - Da costruire, da continuare

Mentre continua l'affondo dell'offensiva del capitale, che usa la crisi e le politiche economiche per restringere spazi, conquiste e diritti acquisiti dai lavoratori e dalle lavoratrici è sempre più evidente quanto la fase renda ancora più difficile forme di aggregazione e di prassi collettiva che emergano dall'antagonismo dei lavoratori. Questa è una fase difficile e apparentemente senza speranza che ci vede tutti coinvolti nell'ostinarci a aprire spazi politici e di lotta per uscire dal pantano nel quale siamo stati spinti dalla ristrutturazione del capitale, economico e finanziario. Una ristrutturazione che è in atto su più livelli e che continua a guadagnare dalla crisi da un punto di vista economico, ma anche normativo e sociale. Il capitalismo ha di fatto incassato la deregolamentazione del lavoro, con cui contribuire a mettere all'angolo ogni forma di sindacalismo conflittuale e rivendicativo, continua a ridurre servizi pubblici come scuola e sanità e a modularli con enti bilaterali in differenziati livelli di accesso in base al reddito di ciascuno, cerca di distruggere ogni solidarietà sociale con la scientifica distruzione dei contratti collettivi nazionali di categoria.



LEGGI TUTTO IL COMUNICATO




MERCOLE 14 SCIOPERO GENERALE

GLI ANARCHICI PER LO SCIOPERO GENERALE DEL 14 NOVEMBRE

L’ASSEMBLEA ANARCHICA MARCHIGIANA SOSTIENE
LO SCIOPERO GENERALE DEL 14 NOVEMBRE COMUNICATO
Anche nella nostra regione si terranno il 14 novembre manifestazioni sindacali in occasione dello sciopero europeo indetto contro le politiche di austerity a carico dei lavoratori europei, dalla U.E. e dai singoli stati.
Si tratta di un appuntamento di lotta e di mobilitazione ,........................L’Assemblea Anarchica Marchigiana invita gruppi anarchici ed individualità anarchiche di queste due province a convergere sulle due manifestazioni.
Invita altresì i gruppi e le individualità anarchiche   LEGGI TUTTO IL COMUNICATO
Assemblea Anarchica Marchigiana
Federazione Anarchica Italiana – Gruppi Anarchici “M.Bakunin” Jesi e “F.Ferrer” Chiaravalle; Centro Studi Libertari “L.Fabbri” Jesi; Federazione dei Comunisti Anarchici sezione Fano/Pesaro; Anarchiche\ci della Valcesano; Gruppo Anarchico “Kronstadt” Ancona.
Jesi 9 novembre 2012
VOLANTINO PER IL 14 NOVEMBRE 2012PER UNO SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO
La macelleria sociale in atto nel paese e in gran parte dell’Europa, figlia della crisi e del sistema di produzione, sta inghiottendo in un sol colpo tutti i diritti, .........Gli  unici ad aver pagato siamo proprio noi, lavoratori, disoccupati, studenti, pensionati ......................La nostra  presenza all’odierno sciopero generale (come lavoratori e come anarchici, individuando necessariamente in coloro che scenderanno in piazza il naturale punto di riferimento e di appartenenza) LEGGI TUTTO IL VOLANTINO
Assemblea Anarchica Marchigiana
Federazione Anarchica Italiana – Gruppi Anarchici “M.Bakunin” Jesi e “F.Ferrer” Chiaravalle; Centro Studi Libertari “L.Fabbri” Jesi; Federazione dei Comunisti Anarchici Fano –Pesaro; Anarchiche\ci della Valcesano; Gruppo Anarchico “Kronstadt” Ancona.

4 NOVEMBRE CONTRO IL MILITARISMO, PER LA PACE E LA LIBERTÀ

Domenica 4 novembre, a partire dalle 17, il Comitato NO MUOS di Palermo manifesterà contro la realizzazione del MUOS, il sistema di radar satellitari che la Marina militare degli USA intende costruire a Niscemi, in provincia di Caltanissetta.
Data e luogo del presidio informativo non sono casuali: i pacifisti e gli antimilitaristi palermitani si ritroveranno in via Generale Magliocco, un "salotto" in pieno centro cittadino, intitolato a un criminale di guerra fascista: Vincenzo Magliocco, aviatore palermitano medaglia d'oro, fu infatti uno dei principali protagonisti della Guerra d'Etiopia del 1936, responsabile dei bombardamenti chimici con gas asfissianti che sterminarono le popolazioni del Corno d'Africa durante la campagna imperialista voluta da Mussolini.

4 NOVEMBRE CONTRO IL MILITARISMO, PER LA PACE E LA LIBERTÀ

Oggi, 4 novembre, c’è chi festeggia le Forze armate. È la data della fine della Prima Guerra Mondiale, il primo grande massacro collettivo del secolo scorso. I morti in tutti i paesi furono quasi 10 milioni. Tutti giovani mandati al macello per gli interessi delle caste politiche e militari che volevano spartirsi l’Europa per il dominio internazionale.

Oggi la guerra la chiamano “pace”. Giusto pochi giorni fa, un altro soldato italiano di 24 anni è tornato dall’Afghanistan dentro una bara. Frasi di circostanza, lacrime di coccodrillo, funerali solenni. Moltissimi ragazzi intraprendono la carriera militare per crearsi un futuro; vengono imbottiti di retorica e menzogne, coltivano l’illusione di fare qualcosa di concreto per la pace. Oppure, sempre più spesso, abbracciano con convinzione il culto fascista della divisa, esaltandosi all’idea di andare al fronte ad ammazzare gli altri. Tutto questo, come sempre, per gli interessi delle caste politiche e militari che si spartiscono il mondo per il petrolio, le risorse, l’egemonia.

In tempi di crisi, mentre il governo italiano taglia brutalmente stipendi e pensioni e sottrae risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti, le spese militari aumentano vergognosamente: nel 2012 sono stati impiegati 30 miliardi di euro per le forze armate, ai quali bisogna aggiungere altri 10 miliardi per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35. Alla faccia dei disoccupati, dei nuovi poveri, dei pensionati, di tutti quelli che non arrivano alla fine del mese.

Il militarismo uccide così, soffocando lo sviluppo dei popoli, negando la libertà, devastando il territorio con le sue infrastrutture.

Il MUOS è il mega radar che l’esercito americano sta costruendo a Niscemi (Caltanissetta), uno strumento che servirà ad ampliare sempre di più le guerre del XXI secolo.

Gli effetti del MUOS saranno quelli gravissimi di trasformare la Sicilia in una base (e quindi obiettivo) di un eventuale conflitto nucleare, e di aumentare l’inquinamento elettromagnetico nel raggio di decine di chilometri, con un seguito di malformazioni infantili e tumori per gli abitanti della Sicilia sud-orientale. Inoltre, la realizzazione del MUOS distruggerà l’economia del territorio (agricoltura, allevamenti, turismo, ecc.) e limiterà drasticamente la mobilità dei siciliani pregiudicando l’attività degli scali aerei (Comiso, Fontanarossa, Punta Raisi, Trapani-Birgi) già ampiamente danneggiati dalle servitù militari.

Lo scorso 6 ottobre almeno quattromila persone hanno manifestato a Niscemi contro il MUOS, mentre l’area del cantiere veniva sequestrata dalla Procura di Caltanissetta visto che si trova all’interno di una riserva naturale. Pochi giorni fa, manco a dirlo, il Tribunale della libertà di Catania ha dissequestrato il cantiere, confermando l’enormità degli interessi che si celano dietro la realizzazione del MUOS.

Tutto questo significa che bisogna continuare la mobilitazione senza mai abbassare la guardia.

Ne va del futuro di questa terra di Sicilia. Ne va del futuro – che è già presente – dei nostri figli
CONTRO L’INSTALLAZIONE DEL MUOS, IL POTENTE SISTEMA SATELLITARE DELLA MARINA MILITARE U.S.A.


CONTRO L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO E LA DISTRUZIONE DEL TERRITORIO

PER LA SALUTE DEI CITTADINI, LA LIBERTÀ E LO SVILUPPO DELLA SICILIA

CONTRO L’ARROGANZA DEI GOVERNI E IL DOMINIO MAFIOSO PER LA PACE TRA I POPOLI E CONTRO TUTTE LE GUERRE

CONTRO IL BLOCCO DELLE FRONTIERE, CONTRO I CENTRI DI DETENZIONE PER IMMIGRATI,

PER UNA SICILIA TERRA DI PACE  E DI ACCOGLIENZA

 Info e adesioni: nomuospalermo@gmail.com

14 novembre, primo sciopero generale europeo. Da costruire, da continuare.


Mentre continua  l'affondo dell’offensiva del capitale, che  usa la
crisi e le politiche economiche   per restringere  spazi, conquiste e
diritti acquisiti dai  lavoratori  e dalle lavoratrici  è sempre più
evidente  quanto la fase renda ancora più  difficile  forme di
aggregazione e  di prassi collettiva che emergano dall’antagonismo dei
lavoratori.
Questa è una fase difficile e apparentemente senza speranza che ci
vede tutti coinvolti nell'ostinarci a aprire spazi politici e di lotta
 per uscire dal pantano nel quale siamo stati spinti dalla
ristrutturazione del capitale, economico e finanziario. Una
ristrutturazione che è in atto su più livelli e  che continua a
guadagnare dalla crisi da un punto di vista economico, ma anche
normativo e sociale.   Il capitalismo ha di fatto incassato  la
deregolamentazione del  lavoro, con  cui contribuire a mettere
all’angolo ogni forma di  sindacalismo conflittuale e rivendicativo,
continua a  ridurre servizi pubblici come scuola e sanità  e a
modularli  con enti bilaterali in differenziati livelli di accesso in
base al reddito di ciascuno,  cerca di distruggere  ogni solidarietà
sociale con la scientifica distruzione dei contratti collettivi
nazionali di categoria .
Sempre più emerge l' incompatibilità del punto di vista dei lavoratori
e delle lavoratrici sul nuovo impianto autoritario che coinvolge ogni
attività lavorativa, pubblica e privata, che ha assunto come centrale
il comando gerarchico sulla forza lavoro, in termini di diritti e di
salario, diretto ed indiretto.
E anche se questo percorso si è svolto all’ombra della complicità
sindacale e politica, esso è destinato ad essere messo in discussione dai
protagonisti che ne stanno pagando le disastrose conseguenze. In tutta
Europa la dittatura finanziaria fatta di autoritarismo padronale e di
vincoli di bilancio è un attacco diretto alla condizione di vita del
proletariato europeo, ed ancora una volta nella storia sono i
lavoratori e le  lavoratrici ad essere chiamati a prendere nelle
proprie mani il proprio destino, politico e sociale.
Il 14 novembre i lavoratori sono chiamati a uno sciopero europeo, il
primo segnale di risposta internazionale a un attacco portato in tutto
il continente in forme diverse ma sempre durissime dalla borghesia
europea ed i suoi governi contro la classe lavoratrice.
E ai lavoratori va restituita la titolarità delle lotte, che saranno
tanto radicali quanto i lavoratori e le lavoratrici sapranno costruirle e
esserne protagonisti.
Protagonisti al di là delle appartenenze sindacali, e unificando finalmente
rivendicazioni e dissenso; protagonisti al di là e nonostante la frammentazione, al di là
e nonostante le logiche di bottega o di  piccolo cabottaggio di chi ha scelto
un'adesione al minimo sindacale da giocare più sui tavoli interni che
nelle piazze, a dimostrazione della subalternità culturale e politica
di buona parte del ceto sindacale, ma a conferma anche del differente impegno e
sostegno a fianco della ristrutturazione del capitale  e delle cadute
che questa ha sulla società in termini generali.
Che siano finalmente  i lavoratori in prima persona ad uscire dalla subalternità
imposta dall’ideologia del capitale e dalla collaborazione sindacale,
residuo di vent’anni di sconfitte figlie di un sistema di relazioni
sociali ormai saltato e non più in grado di reggere lo scontro.
Con uno sciopero generale che sia dei lavoratori e delle lavoratrici e
non delle sigle sindacali, che coinvolga precari e studenti,
licenziati e cassintegrati, partite IVA e dei migranti.
Con uno sciopero che va costruito prima, città per città, con
assemblee, e che non deve finire a fine giornata senza darsi poi
appuntamento per continuare a costruire mobilitazioni.
Per ripartire alla conquista di spazi di agibilità politica e
sindacale, fuori e dentro i luoghi di lavoro, rivendicando salario,
orario, diritti, uguaglianza,
pensioni decorose ed un welfare pubblico, che garantisca una scuola
pubblica e laica a tutti.
Passaggi che oggi sembrano lontane utopie. Ma saranno i soli che potranno
evitare la guerra tra poveri, tra indigeni e stranieri, nella cornice
di un precariato diffuso dove si sta insinuando la barbarie e dove
vien meno sempre più la solidarietà di classe.
Nostro compito, come sempre è quello di stare a fianco dei lavoratori,
nei posti di lavoro e nelle piazze;  perché la nostra condizione di donne ed uomini
operai, impiegati, insegnanti, contadini, pensionati, 
studenti, precari e  disoccupati, lavoratori al nero, 
esodati, partite IVA malpagate è la condizione mutabile all’interno
di queste categorie di salariati sfruttati che stanno pagando quella
che comunemente viene chiamata crisi, per nascondere il gigantesco saccheggio in atto di risorse economiche ed ambientali, di diritti e di civiltà. 
 
83 ° Consiglio dei Delegati FdCA  31/10/2012
 
WWW.FDCA.IT
 
 


LUNGA VITA ALLA FdCA





l'1-2 novembre del 1986 veniva costituita a
Cremona la FdCA, in occasione del suo 2° Congresso nazionale
http://www.fdca.it/Congresso/congresso2/congresso_2.htm

                                     tanti auguri di lunga vita
                                         alla nostra FdCA


Dichiarazione dei Principi della Coordenação Anarquista Brasileira (CAB)



Cos'è la CAB?

La Coordenação Anarquista Brasileira (CAB) è uno spazio organizzativo costituito nel 2012 il quale intende coordinare organizzazioni anarchiche nazionali e gruppi che agiscono sulla base dei principi e della strategia dell'anarchismo specifista. La CAB nasce a conclusione di un processo organizzativo durato 10 anni, iniziato nel 2002 con il Fórum do Anarquismo Organizado (FAO). Nell'ultimo decennio questo processo ha fatto dei progressi in termini politico-ideologici ed in relazione ai lavoratori nei movimenti popolari. La fondazione della CAB segna dunque il passaggio dal forum ad un coordinamento nazionale, a dimostrazione di un miglioramento in termini organizzativi e nel sostanziare le basi per progredire verso un'organizzazione anarchica brasiliana.

Il nostro concetto organizzativo di anarchismo

Tutti i gruppi e le organizzazioni della CAB, come pure tutti coloro interessati a farne parte, devono condividere, difendere ed applicare la seguente concezione dell'anarchismo, da noi ritenuta il minimo necessario per iniziare progetti unitari. L'anarchismo a cui si richiama la CAB è definito dai seguenti principi politico-ideologici e da una strategia complessiva.

Principi politici ed ideologici

Comprendere, difendere ed implementare :

a) L'anarchismo in quanto ideologia e, dunque, quale sistema di idee, motivazioni ed aspirazioni che necessariamente hanno una connessione con l'azione verso la trasformazione sociale in quanto pratica politica.

b) Un anarchismo in permanente contatto con la lotta di classe dei movimenti sociali contemporanei, che funziona quale strumento di lotta e non quale pura filosofia oppure relegato in piccoli, isolati gruppi settari.

c) Un concetto di classe inclusivo di tutte le componenenti degli sfruttati, dei dominati e degli oppressi nella nostra società.

d) La necessità di un anarchismo che riprenda il suo protagonismo sociale nella ricerca degli spazi migliori in cui esprimersi.

e) La rivoluzione sociale ed il socialismo libertario quali obiettivi di fondo.

f) L'organizzazione quale funzione essenziale ed alternativa all'individualismo ed allo spontaneismo.

g) L'organizzazione anarchica di specifico quale fattore indispensabile per l'intervento nella più svariate manifestazioni della lotta di classe. Vale a dire, la separazione tra il livello politico (quello dell'organizzazione anarchica di specifico) ed il livello sociale (quello dei movimenti sociali, dei sindacati, ecc.).

h) L'organizzazione anarchica quale organizzazione della minoranza agente, ben differente dall'avanguardia autoritaria nel non considerarsi superiore alle organizzazioni di massa del livello sociale. Il livello politico è complementare al livello sociale e viceversa.

i) L'attività principale dell'organizzazione anarchica quale intervento/inserimento sociale nelle manifestazioni della lotta popolare.

j) L'etica quale pilastro fondamentale dell'organizzazione anarchica e come guida di tutta la sua attività.

k) La necessità della propaganda, e la sua diffusione in terreni fertili.

l) La logica dei cerchi concentrici nell'azione, dando corpo ad una forma organizzativa in cui l'impegno sia direttamente associato con il potere deliberativo. Parimenti, un'organizzazione in grado di offrire un'efficace interazione con i movimenti popolari.

m) Chiari criteri di adesione all'organizzazione e posizioni ben definite per tutti coloro che intendono dare una mano (livello dei simpatizzanti/collaboratori).

n) L'autogestione ed il federalismo per il processo decisionale e per le sue necessarie articolazioni, impiegando la democrazia diretta.

o) La ricerca continua del consenso interno ma, nel caso non avesse esito, ricorrere al voto quale metodo per il processo decisionale.

p) Agire sulla base dell'unità teorica, ideologica e programmatica (strategico/pratica). L'organizzazione costruisce collettivamente una linea teorica ed ideologica e, allo stesso modo, determina e segue rigorosamente i percorsi definiti, tutti impegnati a tenere la rotta nella stessa direzione, verso gli obiettivi stabiliti.

q) L'impegno militante e la responsabilità collettiva. Un'organizzazione con militanti responsabili, che non perdoni nè la mancanza di impegno nè l'irresponsabilità. Similarmente, la difesa di un modello in cui i militanti siano responsabili per l'organizzazione, come pure l'organizzazione sia responsabile per i militanti.

r) I militanti dell'organizzazione devono, necessariamente, essere inseriti nell'intervento sociale, come pure essere impegnati in attività interne all'organizzazione (segreterie, ecc...).

Strategia Generale

La strategia generale dell'anarchismo che avochiamo è fondata sui movimenti popolari, nelle loro organizzazioni, come accumulazione di forza, e nell'applicazione di forme avanzate di lotta, allo scopo di guadagnare la rivoluzione ed il socialismo libertario. Un processo che si esplica in congiunzione con l'organizzazione anarchica di specifico la quale, funzionando come strumento/motore, agisce con i movimenti popolari e favorisce le condizioni per la trasformazione. Questi 2 livelli (quello dei movimenti popolari e quello dell'organizzazione anarchica) possono trovare un terzo complemento, quello della tendenza, che si aggiunge quale settore simile ai movimenti popolari.

Questa strategia, dunque, punta a creare ed a partecipare ai movimenti popolari agendo al loro interno con certe concezioni metodologiche e programmatiche, così che essi possano tendere verso un obiettivo di tipo finalistico, che viene consolidato nella costruzione della nuova società.

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali

http://www.vermelhoenegro.net/

http://www.fdca.it/



Terremoto: nessuna pietà per chi muore sul lavoro


 
Nessuna pietà per chi muore sul lavoro, attori di uno show infinito che li vuole al proprio posto, lavoratori sempre sotto comando, sotto ricatto, con la paura addosso di finire ad ingrossare quel mare di precariato al quale si tenta di sottrarsi, ad ingrossare le fila di un esercito di riserva dove regna la guerra tra poveri e dove si intravede tenue,solamente il riemergere della solidarietà di classe.
Morti sotto le macerie di capannoni crollati dal terremoto emiliano, un terremoto violento come la legislazione e la destrutturazione del lavoro, violento come è violento il ricatto dell'occupazione, operai costretti a lavorare, chi per forza, chi perché ha da tempo assunto il proprio ruolo come sacrificale in una società castale, in cui ogni essere umano non può varcare la soglia della propria situazione sociale, indigeni ed immigrati, caduti sotto il peso dei tetti delle fabbriche emiliane sbriciolate dal terremoto e dalla cultura classista del potere.
Nessuno ha pensato di sospendere le lavorazioni, di verificare lo stato di agibilità dei luoghi di lavoro, tutto si può fermare di fronte alla violenza di un sisma distruttivo, si chiudono le scuole, gli uffici pubblici, si creano zone rosse che impediscono il rientro nelle proprie case a miglia di persone che vengono ospitate in tende o in zone distanti dai luoghi della tragedia, perfino ai detenuti viene concessa una tregua, come successo a quelli del carcere di Ferrara, solo i lavoratori non possono lasciare il loro posto sotto tetti traballanti, in nome del profitto e del dovere vengono sacrificati da una cultura che li vuole sempre più subalterni all'impresa.
Il rientro al lavoro di questi operai d'altronde è obbligato dalla mancanza di coscienza generale rispetto ai lavoratori stessi, ridotti a merce tra le merci perdono, fino a renderlo invisibile quel tratto umano che viene riconosciuto ad altri soggetti, confondendosi tra le vittime del terremoto.
La morte di questi lavoratori non si può imputare al solo terremoto, è il cedimento dei fabbricati che si deve imputare al sisma, ma quei fabbricati in questi giorni di terrore dovevano restare vuoti, come sono restate vuote case e scuole, non si possono transennare di rosso i vecchi borghi pericolanti e continuare ad occupare operai in edifici traballanti.
Una disgrazia che sa di crimine, quando agli operai viene impedito di trovare la via alla propria sopravvivenza e la propria incolumità è in pericolo serve una forte denuncia, anche culturale, perché non si può avere sotto le macerie del terremoto le macchine e gli esseri umani che le devono condurre, sempre di più questa tragedia si sta delineando sullo scenario dello sfruttamento e della subalternità operaia offesa dall'egemonia del profitto capitalistico.

30 maggio 2012
Segreteria Nazionale
Federazione dei Comunisti Anarchici
http://www.fdca.it/

Petizione per la liberazione di Laura segretaria della CGT - Barcellona

Questi i link per firmare.

http://laurallibertat.wordpress.com/llista-dadhesions-lista-de-adhesiones/

http://actuable.es/peticiones/libertad-laura-g-y-todos-pres-s-del-29m

http://www.cgtbarcelona.org/

www.cgtcatalunya.cat

Carcere per la Segretaria d'Organizzazione della CGT-Barcellona

Felip Puig (responsabile del Ministero dell'Interno) aumenta i suoi ostaggi
Oggi, mercoledi 25 aprile, la Gip di Barcellona ha decretato carcere preventiva senza possibilità di cauzione per la Secretaria d'Organizzazione della CGT-Barcellona, accusata d'incendio e derivanti danni, coercizione, disordine pubblica e delitti contro i diritti fondamentali.

La CGT ritiene che ci sono pressioni politiche in corso, sia sulla Corte che sul procuratore, dal momento che una persona con la fedina penale pulita, con dimora fissa, lavoro fisso, e una figlia che vive con lei, viene considerata da parte dell'accusa a rischio di fuga e recidiva prima ancora di essere processata e condannata. Questi standards non si applicano ai banchieri o ai politici indagati per corruzione, che vengono abitualmente rilasciati. Dobbiamo davvero mettere in discussione la cosiddetta "indipendenza della magistratura" insieme agli altri poteri in questo cosiddetto "stato di diritto".

La CGT crede che non ci sia alcuna ragione per giustificare l'arresto, né tanto meno la sua carcerazione, che è un chiaro abuso di potere e violazione del diritto di non essere privato della libertà.

Non c'era bisogno di un circo mediatico come quello montato da parte della polizia catalana, che avevano bisogno di provare a dare l'esempio, arrestando e reprimendo persone e organizzazioni che protestano e mettono in discussione il sistema senza essere canalizzati attraverso "agenti sociali autorizzati e addestrati".

Gli affiliati e le affiliate della CGT agiscono a viso scoperto, non nascondiamo le nostre azioni, che riteniamo eque e senza pericolo per l'integrità di nessuno. Escludiamo quindi che la polizia catalana abbia molte ricerche da fare per sapere cosa facciamo o non facciamo.

La CGT chiede a quando un procuratore speciale per indagare i banchieri, i politici corrotti e gli imprenditori che hanno creato una crisi che sta spingendo milioni di persone verso l'esclusione sociale e la povertà? A quando un sito web con tutte le immagini di quei criminali dai colletti bianchi che sono trattati come signori da parte delle autorità? A quando un sito web con le foto dei poliziotti che hanno martoriato i cittadini con proiettili di gomma e colpi di manganelli? Sig. Puig, questa è la violenza e Lei l'ha sempre giustificato.

Crediamo che questa incarcerazione sia una vendetta da parte della Generalitat e del suo corpo armato. Non hanno potuto digerire il fatto che nel mattino del giorno dello Sciopero Generale, la CGT con altre organizzazioni ha riunito oltre 15.000 persone in marcia per il centro della città, e dopo mezzogiorno oltre 50.000. L'obiettivo è di provocare la paura tra i cittadini, perché essi non si mobilitino e perché accettino le politiche economiche in silenzio, ed è per questo motivo che voi avete bisogno di creare un'immagine di violenza totalmente fabbricata.

La CGT - che sia chiaro - continuerà a scendere in piazza e a manifestare, come fecero i nostri antenati, per difendere la libertà e una società più giusta. la CGT continuerà a battersi contro l'ingiustizia; non vi permetteremo di ristabilire le condizioni di lavoro del XIX secolo come vogliono i banchieri e i politici.

Basta con la repressione!

Libertà immediata per Laura!

Carlos Navarro

Barcellone, CGT-Premsa

25 aprile 2012

CGT - Confederación General del Trabajo
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio relazioni internazionali






SOLIDARIETA' PROLETARIA



CONTRO L’ARROGANZA DEI PADRONI
“RESISTENZA PROLETARIA”

I militanti Comunisti Anarchici della sezione “ Delo Truda” FdCA Palermo, esprimono tutta la loro solidarietà militante ai lavoratori in lotta del CNT di Trapani, sgomberati dalle forze del “disordine” intervenuti, stamane in forza e in assetto antisommossa, contro il presidio operaio davanti il CNT di Trapani.


Sez “ Delo Truda” FdCA Palermo

Comunicato di CGT – CNT – SO dopo lo sciopero generale del 29 marzo


Le organizzazioni sindacali Confederación General del Trabajo (CGT), Confederación nacional del Trabajo (CNT) e Solidaridad Obrera (SO), che hanno convocato lo sciopero generale del 29 Marzo, valutano molto positivamente il livello di adesione e di partecipazione nelle mobilitazioni durante la giornata di sciopero.Nonostante le intimidazioni e le minacce che molte imprese hanno messo in atto per impedire la partecipazione allo sciopero, nonostante la campagna mediatica sfavorevole, nonostante i tentatvi di criminalizzazione e di repressione da parte del governo, milioni di lavoratori e lavoratrici hanno dimostrato la loro opposizione alla riforma del lavoro, ai tagli sociali e ad un una politica economica che sta attaccando i diritti ed i livelli di vita della maggioranza della popolazione, affermando così la loro volontà di lotta.Un valore particolarmente importante ha avuto il grado di partecipazione ai picchetti ed alle mobilitazioni di quelle organizzazioni sindacali e di quei movimenti sociali combattivi, che si oppongono al Patto Sociale e che, di fronte agli attacchi del governo, non hanno nulla da negoziare, dato che l'unica opzione è il proseguimento e l'intensificazione della moblitazione per conseguire l'abrogazione della riforma del lavoro e di tutto il pacchetto di tagli e di leggi finanziarie anti-operaie ed antisociali che ci aggrediscono brutalmente. L'efficacia dello sciopero e delle manifestazioni contro gli attacchi del governo viene attestata dai recenti tentativi di criminalizzare e di impedire la mobilitazione e l'attivismo sociale mediante la riforma del codice penale a cui ci opponiamo frontalmente.Ora si tratta di proseguire con nuove azioni che diano continuità al 29 marzo. In questo senso, CGT, CNT e SO chiamano alla partecipazione di massa dei lavoratori e delle lavoratrici di tutte le categorie alle mobilitazioni che convocheremo per il Primo Maggio, una giornata che deve dar continuità alla dinamica di lotta messa in moto dallo sciopero generale del 29 marzo.Ugualmente, apoggiamo le mobilitazioni convocate a livello mondiale e nello Stato Spagnolo per le giornate del 12 maggio e 15 maggio. Per CGT, CNT e SO si è esaurita la dinamica della negoziazione permanente e della cessione di diritti da cui dipende il sindacalismo istituzionale. Per questa ragione, crediamo che lo sciopero del 29 marzo indichi il cammino da seguire, che non può essere altro che il confronto e la lotta contro un sistema disposto a distruggere i diritti più elementari. Per cui, noi ci impegnamo a promuovere nuove mobilitazioni, nuove giornate di lotta, a convocare un nuovo sciopero generale..., che ci diano la possibilità di accumulare le forze per conseguire i nostri obiettivi di difesa dei diritti del lavoro, dei diritti sociali, di libertà e giustizia sociale. Infine, ribadiamo che in questa lotta siamo a fianco di quelle organizzazioni sindacali di classe e di quei movimenti sociali combattivi che condividono con noi questa necessità.
Confederación General del Trabajo - CGTConfederación Nacional del Trabajo - CNTSolidaridad Obrera – SOtraduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali
Link esterno: http://www.cgt.org.es/spip.php?article2348

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No alla libertà di licenziare!

No alla libertà di licenziare!
Quello che si profila nei prossimi giorni non è il solito pessimo accordo sul” mercato” del lavoro, ma la pietra conclusiva posta in modo tombale sui diritti e le tutele conquistate dalle lavoratrici e dai lavoratori in decenni di lotte.
Il contenuto dei documenti, prodotti dal governo e non solo, elimina le tutele, non modifica alcunché del regime di precarietà dilagante, ma crea la libertà per le imprese di licenziare per motivi economici, eliminando la legge 223/9, svuotando l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, confinando il tutto sulla parte discriminatoria, peraltro da dimostrare. (sic!)
Dando per scontata l’operazione mediatica di sostegno, gli esclusi da qual si voglia pratica di verifica e coinvolgimento sono proprio i lavoratori presenti e futuri, cioè i giovani.
Non crediamo che il nodo, che pure ha la sua importanza, siano le convulsioni della CGIL e del suo “misero” gruppo dirigente, il quale alla fine di scappatoie né troverà, ma la valutazione và posta sul terreno della fine della resistenza durata oltre 10 anni.
Continueranno ad esserci punti di resistenza, anche forti, da sostenere; ma si tratta di agire in una prospettiva di conquista o riconquista della contrattazione, delle agibilità sindacali, dei diritti e delle tutele collettive e individuali delle lavoratrici e dei lavoratori.
Il tutto in una realtà data: da un lato la condizione sociale delle classi subalterne e dei loro diritti: per essere chiari, vuol dire -per esempio- avere un salario adeguato, orari di lavoro definiti, ecc.!
Dall’altro, la “modifica” dell’organizzazione sindacale. Se si vuole continuare a “fare” sindacato, cioè sostenendo in modo conflittuale la posizione del lavoro, occorre avviarsi su un altro percorso, lasciandoci alle spalle schemi ormai non praticabili.
Abbiamo registrato che nel pubblico impiego a seguito delle elezioni delle RSU, tenutesi dopo anni, la pletora delle sigle presenti ha all’unisono dichiarato abbiamo vinto; nessuno ha perso!
Il sindacalismo di base, presentatosi su liste contrapposte, pare accontentarsi nel suo insieme di delegati in più: tutto qui?
Come costruire, invece un rapporto diretto con i lavoratori, come rilanciare il protagonismo, le forme della rappresentanza, anche per quei milioni che non ce l’hanno, lavoratori Fiat compresi?
I comunisti anarchici sono coscienti del percorso non breve, ma è questo il nostro terreno: esserci in prima persona, aggregare, socializzare gli strumenti di analisi e di intervento, far crescere la consapevolezza politica di una nuova stagione di lotte.
Nei prossimi giorni, tentando il punto più alto nella giornata di martedì 20 marzo, i metalmeccanici usciranno dalle aziende e faranno azioni al limite dell’ordine pubblico, la FIOM si assumerà la responsabilità, nei territori dove è alta la sua presenza, di mettere in atto questa azione provando a coinvolgere anche altre categorie.
L’azione è in continuità con lo sciopero del 9 marzo; nell’aria di avverte la consapevolezza di essere non più solo su un terreno di difesa, ma che l’azione sindacale è già sul terreno del contrasto all’eliminazione dell’insediamento sindacale stesso.
Se la CGIL, stabilito che “l’operazione”licenziamenti si farà, firmerà il tutto, non potrà cavarsela stralciando l’art. 18; gli altri non lo permetteranno, vedrà aumentare le sue contraddizioni interne e la sua subalternità anche rispetto alla “politica”di riferimento di questo misero gruppo dirigente.
Certe annunciate minacce di uscita dalla CGIL, oltre all’effetto mediatico, non produrrebbero che un indebolimento della FIOM ed un’ulteriore lesione della già sfilacciata unità dei lavoratori e delle lavoratrici, per noi comunisti anarchici bene supremo, ben oltre le sigle sindacali.
FdCA – Commissione Sindacale
19 Marzo 2012
www.fdca.it

Palestina-Israele, le lotte unitarie degli Anarchici Contro il Muro

Palestina-Israele, le lotte unitarie degli Anarchici Contro il Muro

Negli ultimi 3 giorni gli Anarchici Contro il Muro hanno partecipato a 9 manifestazioni. Beit Ummar ha ricordato l'anniversario dell'assassinio di Yousef Ikhlayl del 31 gennaio 2011. A Bil'in gli organizzatori si stanno preparando per il 7° anniversario della loro lotta incessante. A Ma'sara le manifestazioni sono giunte al loro quinto anno. Nabi Salih è stata invasa da un grande numero di soldati e di polizia di confine. Hanno sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per ore. Ni'lin ha tenuto una grande e motivata manifestazione che ha forzato il grande cancello metallico del muro ed ha oltrepassato il muro di cemento. Kafr ad-Dik e Kafr Qaddum nell'area di Salfit e Nablus continuano ad avere un grande numero di partecipanti dai villaggi. L'esercito ha arrestato molti giovani e ragazzi nei mesi scorsi, ma le manifestazioni non si sono fermate. A Qaryut, un villaggio di 3800 persone, curca 400 uomini hanno manifestato fino al blocco stadale che impedisce loro l'accesso alla strada principale Ad al-Walaja i manifestanti hanno marciato veso il sito di costruzione del muro che circonderà il villaggio.
Beit Ummar manifestazione di martedì 31gennaio 20124 feriti a Beit Ummar nel giorno dell'anniversario dell'omicidio di Yousef Ikhlayl accaduto il 31 gennaio 2012. Martedì, 31gennaio 2012, Beit Ummar ha manifestato vicino alla strada Route 60 all'ingresso del villaggio per commemorare un anno dalla morte di Yousef Ikhlayl, un ragazzo di 17 anni di Beit Ummar, ucciso dai coloni israeliani il 28 gennaio 2011. La manifestazione era organizzata dal Comitato Popolare di Beit Ummar e sostenuta dal Progetto Solidarietà Palestina, dal Comitato Popolare di Yatta, e da parecchie altre organizzazioni palestinesi. Mentre i manifestanti si avvicinavano alla Route 60 al'ingresso del villaggio, dozzine di soldati israeliani hano bloccato la strada ed hanno attaccato il corteo con lacrimogeni, bombe assordanti e manganellate. Le forze Israeliane hanno usato manganelli di legno per colpire gli attivisti e 4 manifestanti sono rimasti feriti. Naso rotto per Yousef Abu Maria, colpo alla fronte per Abu Hashem, colpo di calcio di fucile alla testa per Abu Hashem e, per Jamil Shuhada, membro del Comitato Esecutivo dell'OLP, colpi di manganello e di calcio di fucile. I manifestanti hanno ricordato la morte di Yousef ponendo le seguenti richieste: 1. cercare gli assassini di Yousef Ikhlayl (i coloni venuti da Bat Ayn, uno dei 5 insediamenti israeliani costruiti sulla terra rubata a Beit Ummar. Ad oggi, nessun colono è stato arrestato, tranne uno solo investigato, per l'omicidio di Yousef.) 2. Smantellare l'insediamento di Bat Ayin 3. Aprire le strade militari chiuse intorno a Beit Ummar che impediscono ai contadini di raggiungere le terre per coltivarle. 4. Libertà per tutti i prigionieri politici. 5. Rimuovere la torre di guardia militare ed il checkpoint all'ingresso di Beit Ummar e permettere libertà di movimento ai residenti di.http://www.facebook.com/media/set/?set=a.36013889066308...80298Bil'inVenerdì di solidarietà con i prigionieri palestinesi. A dozzine sono stati gassati nel corso della manifestazione settimanale a Bil'in, ad ovest di Ramallah. Dozzine di manifestanti sono stati feriti, tanti casi di soffocamento da inalazione di gas velenosi nel corso della manifestazione settimanale organizzata dal Comitato Popolare Contro il Muro e contro gli insediamenti, che giunge in occasione dello sciopero della fame di Al Sheikh Khader Adnan prigioniero da 49 giorni ed in sostegno a tutti i prigionieri palestinesi. Alla manifestazione hanno partecipato dozzine di palestinesi, di internazionali e di pacifisti israeliani. Il corteo è partito dopo la preghiera del venerdì dal centro del villaggio per dirigersi verso le terre recentemente liberate. I partecipanti portavano bandiere palestinesi e striscioni con le immagini dei prigionieri palestinesi. Si sono cantati slogan patriotici per la fine dell'occupazione, per la distruzione del muro dell'Apartheid, per la libertà e per i diritti di tutti i prigionieri palestinesi. All'arrivo all'area protetta di Abu Lemon, adiacente al muro, alcuni dei partecipanti soni riusciti a tagliare ed a rimuovere parte del filo spinato, hanno dato fuoco a dei copertoni vicino al muro dell'apartheid, uno di loro ha scalato il muro ed ha issato una bandiera palestinese sul muro di cemento, mentre dozzine di coloni e di soldati lo stavano a guardare, poi i soldati che stavano dietro il muro hanno sparato proiettili di gomma, granate assordanti, lacrimogeni densi ed acqua-puzzola addosso ai manifestanti, con il conseguente ferimento di dozzine di persone ed altrettanti casi di soffocamento da inalazione - tutti soccorsi sul campo o sull'ambulanza. Intanto i giovani lanciavano pietre contro i soldati. di Rani Abdel Fatah http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3268396951925....58013Kafr ad-DikCirca 300 persone a Kafr ad-Dik in base ai resoconti. La manifestazione sta per partire. Ognuno faccia molta attenzione!I residenti di Kafr ad-Dik protestano contro un nuovo insediamento coloniale costruito sulle loro terre. Due giovani del villaggio sono stati arrestati e si trovano ancora in stato di fermo. Alcune centinaia di manifestanti hanno partecipato questa settimana alla protesta settimanale contro l'occupazione e contro l'espansione degli insediamenti a Kafr ad-Dik. I manifestanti hanno marciato dal centro del villaggio verso le terre confiscate per costruirvi un nuovo insediamento. Quando il corteo è stato bloccato da una pattuglia di soldati sulla strada principale, i manifestanti hanno optato per un pacifico sit-in sull strada mettendosi a scandire slogan. Dopo circa un'ora, il corteo è ritornato al villaggio ed a questo punto sono scoppiati gli scontri tra l'esercito ed i giovani del villaggio. I soldati che si nascondevano tra gli ulivi hanno poi attaccato la folla arestando 2 giovani che restano in stato di fermo. Il villaggio di Kafr ad-Dik è situato nell'area di Salfit, vicino Bruqin, tra gli insedimenti coloniali di Bruchin, Alay Zahav e Pedu'el. Un nuovo insediamento è stato ora pianificato perchè sorga sulle residue terre agricole del villaggio: si chiamerà Leshem e si suppone che ospiterà 400 famiglie ebree. Burqin e Kafr ad-Dik si trovano nelle Aree B e C come sancito dall'Accordo di Oslo. Negli ultimi mesi, i due villaggi sono stati vittima di continue aggressioni da parte dei coloni che distruggono i raccolti e bruciano gli ulivi nella loro Campagna di colpire obiettivi di valore, “Price Tag Campaign”. I residenti dei villaggi dicono che i coloni hanno distrutto un nuovo mezzo agricolo solo due settimane fa. Durante questo attacco hanno anche bruciato un'auto e cercato di bombardare senza successo la moschea locale, lasciando pure scritte che minacciavano un loro ritorno. Inoltre, l'esercito ha demolito pozzi d'acqua e case nei 2 villaggi, ha emesso ordinanze di confisca dei terreni – l'ultima è della settimana scorsa.Le manifestazioni settimanali nel villaggio sono iniziate alla fine del 2011. La violenta reazione dell'esercito israeliano contro queste proteste disarmate ha visto incursioni nel villaggio e l'uso straordinario di bombolette di gas lacrimogeno, proiettili di gomma ed in parecchi casi di proiettili veri. Abir Kopty http://www.facebook.com/media/set/?set=a.36230341377996...80298Awad Abuzaid http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3346204773875....43469http://t.co/Hn8E2er7 http://t.co/z62Udiijyisraelpnm http://www.youtube.com/watch?v=36OyEQwFX94 Al-Quds/GerusalemmeAttivisti sono stati arrestati nella palestinese Issawiya quando le forze israeliane, accompagnate da ruspe, sono arrivate nel villaggio a Gerusalemme Est al mattino presto per continuare la costruzione del parco sulle terre confiscate al quartiere di Issawiy. Arrestati 6 attivisti ebreo-isareliani.Sheikh Jarrah venerdì 3 febbraio manifestazione unitariaAl-Ma'sara manifestazione settimanale 3 febbraio 2012.A Ma'sara quinto anno di manifestazioni continue. Ogni settimana per oltre 4 anni l'esercito ha cercato di intimidire i manifestanti. Gli organizzatori più irriducibili sono stati tutti imprigionati almeno una volta ed a causa dell'esercito sono stati spesi in cauzione decine di migliaia di shekls (moneta israeliana, 1 euro=4,86 shekel). Questi loro sforzi non sembrano funzionare, gli ufficiali vanno e vengono, i soldati vanno in congedo, ma le manifestazioni di Maa'sara continuano.http://www.facebook.com/media/set/?set=a.36230268044670...80298Nabi SalihGli attivisti riportano di un certo numero di feriti seri a Nabi Salih. Un'attivista francese è stata colpita al collo da un proiettile di gomma. Un altro manifestante colpito allo stomaco da una granata di lacrimogeno. Aggiorneremo al più presto possibile la situazione. Le forze di occupazione israeliane hanno attaccato venerdì i manifestanti nel villaggio di Nabi Salih nella Cisgiordania e ferito almeno 13 persone, una ragazza francese è stata colpita al collo da un soldato israeliano. http://www.facebook.com/photo.php?fbid=302935966424922http://www.facebook.com/media/set/?set=a.36234039044293...80298Awad Abuzaid http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3346508821476....43469http://www.youtube.com/watch?v=_mx66s89ZSUtamimi1966 http://www.youtube.com/watch?v=Q4jPZru-1Kk http://www.youtube.com/watch?v=5UBtsPpIMY0MEDIAsecondo fonti palestinesi, una cittadina francese è stata seriamente ferita venerdì dopo essere stata colpita da una granata di gas nel villaggio di Nabi Salih in Cisgiordania. In base a queste fonti, la granata è stata sparata sulla manifestazione dalle forze israeliane. La donna francese è stata ricoverata in ospedale.Nello scorso dicembre, un manifestante palestinese subì ferite alla testa dopo aver ricevuto un colpo di granata di lacrimogeno sparato da breve distanza da un soldato israeliano dall'interno di una jeep di ronda. Il manifestante, Mustafa Tamimi, di 28 anni, morì poi per le ferite il giorno dopo. Dopo la mezzanotte, i coloni del vicino insediamento coloniale di Halamish, cercano di attaccare Nabi Salih per dare fuoco alla moschea ma i giovani/shabab li stavano aspettando e li hanno ricacciati indietro. I coloni sono fuggiti via molto impauriti specialmente quando i giovani/shabab hanno iniziato a cantare alla vista dei coloni in fuga.Lunedì notte/prime ore del mattino: le forze di stato israeliane stanno ocupando Nabi Salih. Hanno arrestato Loay Tamimi, fratello di Mustafa Tamimir, ed attaccato suo padre. L'intero villaggio ha portato aiuto alla famiglia e costretto l'esercito a lasciare il villaggio.Ni'linmanifestazione di venerdì 03.02.12 contro il Muro dell'apartheidManifestazione settimanale contro il muro dell'apartheid nel villaggio di Ni'lin in Cisgiordania. Dozzine di Palestinesi ed internazionali come pure pacifisti israeliani si sono uniti per la manifestazione. Alcuni manifestanti sono riusciti a bruciare i cavi del recinto elettrico ed altri sono riusciti a fare un buco nel muro di cemento, mentre altri hanno scritto parole di saggezza pronunciate da Martin Luther King. I soldati hanno sparato proiettili rivestiti di gomma, granate assordanti, lacrimogeni e parecchi proiettili veri verso i manifestanti. Fortunatamente nessuno è stato ferito, ma 7 manifestanti hanno sofferto per le inalazioni di gas ed uno è stato colpito alla mano da un proiettile di gomma. Maggiori informazioni su www.nilin-village.orghttp://www.facebook.com/media/set/?set=a.36236792377351...80298hassandaboos89 http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=...bTfQ8Kafr QaddumProtesta contro l'insediamento ebraico di Kedumim, vicino alla città di Nablus in Cisgiordania. Attivisti dicono che un fotografo israeliano è stato colpito al polso da un lacrimogeno sparato dall'esercito a Kafr Qaddum. "La protesta settimanale a Qaddum è iniziata con almeno 100 manifestanti, la maggior parte erano uomini palestinesi, alcuni internazionali e 5 israeliani. Abbiamo camminato ben organizzati sulla strada che conduce all'insediamento di "Kedumim". Sulla strada c'era il filo spinato, per cui metà dei manifestanti si è fermata lì a cantare e l'altra metà, tra cui molti ragazzi, ha proseguito per altri 50 metri. Dopo pochi minuti, i soldati che erano a 25 metri dalla strada hanno iniziato a sparare una tremenda quantità di lacrimogeni direttamente sulla folla – non ho potuto contarli, ma non ho mai visto una quantità di gas del genere. Uno degli israeliani è stato ferito alla mano da un lacrimogeno. L'esercito ha usato anche bombe assordanti e si è avvicinato alla strada. Mentre l'esercito entrava nel villaggio e ricopriva tutta l'area di gas, i giovani/shabab iniziavano il lancio di pietre e si poteva anche sentire il sibilare di proiettili veri nel villaggio. Dopo un'ora e mezza, la manifestazione è finita e l'esercito ha messo una barriera temporanea fuori del villaggio allo scopo di irritare la gente che viene a portare aiuto ai residenti."http://www.facebook.com/media/set/?set=a.36239254043772...80298http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150642122686...01802Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3277812663480....14101QaryutPiù di 500 abitanti del villaggio di Qaryut si sono uniti in una manifestazione di protesta contro l'occupazione e sono riusciti a rimuovere un blocco stradale che stava bloccando l'accesso alla strada principale che porta a Nablus.Il villaggio di Qaryut si trova nella Cisgiordania settentrionale, vicino alla città di Nablus. Ci abitano circa 2500 persone la cui vita è diventata insopportabile a causa delle continue confische di terreni, dell'impossibilità di mobilità e della violenze dei coloni. Questa settimana, almeno 500 residenti si sono uniti per una grande manifestazione contro l'occupazione e contro gli insediamenti. Hanno marciato dal centro del villaggio lungo il sentiero che porta al blocco stradale militare che ostruisce la strada n° 60 per Nablus. I residenti hanno piantato alberi di ulivo e tutti insieme hanno lavorato per smantellare il blocco stradale. Nonostante l'ingente presenza militare nell'area, l'azione è proseguita senza scontri ed è terminata con un considerevole successo, dato che il blocco stradale è stato finalmente rimosso. Tuttavia, poco dopo la fine della manifestazione, una ruspa militare è comparsa nella zona, probabilmente per ripristinare il blocco stradale. Il comitato popolare è determinato nel mantenere la protesta fino a che il blocco non verrà permanentemente rimosso. Comitato di Coordinamento della Lotta PopolareIl villaggio di Qaryut a sud di Nablus terrà la sua prima manifestazione settimanale oggi per protestare contro la pianificata espansione coloniale sulle loro terre. Circa 300 persone stanno protestando all'ingresso sigillato del villaggio di Qaryut, a sud di Nablus. La protesta è stata accesa dalle nuove confische di terre.2 manifestanti arrestati. I manifestanti stanno smantellando a Qaryut a sud di Nablus i blocchi che ostruiscono l'ingresso al villaggio.http://www.facebook.com/media/set/?set=a.36253838375647...80298 Colline sud di HebronAttivisti si sono uniti agli abitanti per i lavori agricoli nell'area dove la strategia israeliana è quella di spaventare i palestinesi finchè "volontariamente" lascino le terre ai coloni.WalajaDomenica 5 Feb 2012, i residenti di al-Walaja ed attivisti internazionali sono andati nell'area dove le autorità israeliane dell'apartheid continuano a distruggere i terreni per costruirvi il muro che isolerà gli abitanti dalle terre rimanenti per consentire un'ulteriore espansione delle colonie illegali di Gilo e di Har Gilo. Già oltre il 90% delle terre del villaggio è stato occupato dalle attività dei coloni negli ultimi 60 anni. L'area dove è stato girato questo beve filmato si trova intorno all'albero secolare nel distretto di Betlemme (un ulivo che ha forse tra i 3000 ed i 5000 anni).Contro il Muro, 5 .2. 2012. Quattro persone arrestare ad al-Walaja oggi. Due israeliani, un tedesco ed un palestinese del villaggio. Il loro rilascio è atteso per stanotte.http://www.facebook.com/media/set/?set=a.36388172028880...80298la ruota della giustizia http://www.youtube.com/watch?v=XZ7Wn9KY4bIhttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=165999396846703...52472Tel AvivLotta sociale - centinaia di rifugiati africani e decine di attivisti di sinistra israeliani si sono radunati nel giardino adicente alla stazione centrale per protestare contro il sindaco e contro i servizi sociali dopo la morte per assideramento di un immigrato etiope senzacasa proprio vicino al luogo dove è stato demolita la tendopoli in cui viveva.http://www.youtube.com/watch?v=PI8vQYDeWmY------------------------Ilan Shalif - http://ilanisagainstwalls.blogspot.com
Link esterno: http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses.html
(traduzione a cura d FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)See http://awalls.org

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USA: lo Stato dell'Arizona pronto ad abolire i sindacati nel pubblico impiego

USA: lo Stato dell'Arizona pronto ad abolire i sindacati nel pubblico impiego
I sindacati dei lavoratori pubblici dello Stato dell'Arizona sono stati colti di sopresa questa settimana dalla notizia secondo cui lo Stato controllato dai senatori repubblicani starebbe per approvare una serie di leggi, che insieme ad altre disposizioni, dovrebbero vietare del tutto ai sindacati di prendere parte a qualsiasi trattativa che riguardi le condizioni di lavoro di un impiegato dello Stato, della Contea o del Comune.Questa iniziativa, secondo Nick Dranius del Goldwater Institute – uno degli estensori della legge in questione – è da intendersi come “spinta a far sì che la gente non si iscriva più ai sindacati dal momento che questi ultimi non avranno più quelle sleali prerogative nella contrattazione che gli venivano riconosciute dalla legislazione sulla contrattazione collettiva.” Una volta che i sindacati non avranno più la legittimità di contrattare con lo Stato, conclude Dranius, i lavoratori “si accorgeranno che i sindacati non fanno molto per loro.” Purtroppo, del resto, può essere che i sindacati ci stiano già mettendo del loro per spingere i lavoratori a fare una cosa del genere.
Cosa prevede la legge
Di grande ispirazione per questo assalto dello Stato dell'Arizona al diritto dei lavoratori di organizzarsi, è stata -senza poi tanta sopresa- la vicenda dello Stato del Wisonsin che l'ha avuta vinta nel negare la contrattazione collettiva ai lavoratori statali. Uno degli artefici della legislazione del Wisconsin, il Goldwater Institute, mandò in volo in Arizona il Governatore Scott Walker nello scorso novembre per offrire una consulenza su come far passare una legislazione simile anche in Arizona. Come per la legge del Wisconsin, anche la nuova legislazione dell'Arizona proibirebbe ai sindacati di poter contrattare con il governo dello stato le condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici. Verrebbe proibita anche la trattenuta automatica sullo stipendio da parte dello Stato e dell'amministrazione comunale della quota per la tessera sindacale. Ma i legislatori dell'Arizona si sono spinti ben oltre i loro colleghi del Wisconsin, in quanto i conservatori dell'Arizona sanno– con cognizione di causa – di avere di fronte un'opposizione molto più debole di quella che i Repubblicani hanno dovuto affrontare nel Wisconsin. Infatti, sono stati in gradi di portare un attacco più profondo di quello di Walker nel Wisconsin, che ha dovuto fingere in ultima istanza di avere l'appoggio della polizia e del sindacato dei vigili del fuoco. In Arizona, invece, nessun sindacato dei dipendenti pubblici è stato risparmiato. Inoltre, la legge vieterebbe le trattenute sindacali automatiche sullo stipendio – una modalità su cui i sindacati moderni contano per poter finanziare le loro attività.
La risposta dei Sindacati
Mentre scriviamo non siamo a conoscenza di nessuna iniziativa messa in piedi dalla AFL-CIO dell'Arizona contro questa legge, non se ne trova traccia sul sito del sindacato nè in altre fonti pubbliche.Inoltre, in un'intervista pubblicata daTalking Points Memo, l'autore Nick Martin fa notare che i dirigenti sindacali, intenti nel “cercare di fare un respiro al'unisono”, sembrano non aver nessuna “chiara e coordinata strategia su come combattere [la legge anti-sindacale]”.E' pur vero che con i senatori Repubblicani che in Arizona sovrastano quelli Democratici 21 a 9, i sindacati hanno dimostrato di non sapere bene come procedere. Le lotte precedenti contro questo tipo di leggi, infatti, sono state per anni delegate all'iniziativa del Partito Democratico, che i sindacati hanno finanziato per anni a ritmi crescenti con i soldi dei loro iscritti.
Nonostante i ripetuti fallimenti di questa strategia nel difendere almeno le condizioni di vita fondamentali dei loro iscritti – come si è visto recentemente nel Wisconsin, ma anche a livello federale con l'Employee Free Choice Act (2), o nel parere favorevole per la rinegoziazione del trattato NAFTA (3) – le burocrazie sindacali hanno continuato a mettere lo loro uova nel paniere del governo.
Un problema di organizzazione
Probabilmente, chiunque abbia una certa conoscenza della struttura del sindacato oggi, non troverà nulla da meravigliarsi. Quelli che per i lavoratori sono dei fallimenti, diventano dei successi per i dirigenti sindacali – e quelle che potrebbero essere grandi vittorie per i lavoratori, spesso hanno costi così alti che i burocrati sindacali non se lo possono permettere.Nel Wisconsin, per esempio, il movimento di massa dei lavoratori aveva preso l'iniziativa in tutto lo Stato nei primi mesi della lotta ed aveva portato ad una delle più ampie, conflittuali -ed in definitiva vittoriose- battaglie sindacali negli USA mai vista negli ultimi decenni. Se si fosse consentita la diffusione degli scioperi a gatto selvaggio –e se una volta partito il contagio i sindacati non avessero così evidentemente manovrato per farli fallire e per farli deviare – le dirigenze sindacali si sarebbero trovate di fronte ad una crisi evidente.Innanzitutto, avrebbero dovuto affrontare la presa di coscienza dei lavoratori – nei fatti se non ancora come riflessione – che i dirigenti sindacali non servivano. In secondo luogo, i dirigenti sindacali avrebbero perso il loro ruolo di partners, e di conseguenza il loro posto a tavola, con il Partito Democratico – che è quanto mai felice di fornire ai sindacati un minimo di riforme insignificanti in cambio della loro capacità di raccogliere fondi e voti per il partito.I sindacati dovrebbero essere, al meglio, organizzazioni che aiutano la lotta per la nostra liberazione collettiva. Non dovrebbero essere istituzioni fatte di manager, che impongono il corso ed il passo delle nostre lotte, nè strutture che non permettono ai loro iscritti di prendere l'iniziativa, bensì dovrebbero far di tutto per pretenderla.
John JacobsenLink esterno: http://thetrialbyfire.org/2012/02/06/arizona-set-to-abolish-public-unions/
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)
note(1): acronimo per American Federation of Labor/Congress of Industrial Organizations, la più grande federazione di sindacati negli USA(2): legge approvata dal Congresso degli USA nel 2009 sui diritti di organizzazione e contrattazione dei sindacati. Con questa legge, in particolare, è stata di fatto abolita l'elezione segreta dei rappresentanti sindacali nei posti di lavoro, per sostituirla con una raccolta di firme dei sindacati fino a raggiungere il quorum necessario per accedere alla rappresentanza. E' evidente come la "libera scelta" evocata dal titolo della legge, verrebbe vanificata da una raccolta di firme esposta a forti condizionamenti (ndt)(3): acronimo per North American Free Trade Agreement (1.1.1994) che ha creato un'area di libero scambio tra Canada, USA e Messico
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Una grande manifestazione anarchica nel centro di Atene


Una grande manifestazione anarchica si è tenuta sabato mattina nel centro di Atene. Il corteo era organizzato da gruppi anarchici...