14 novembre, primo sciopero generale europeo

83° Consiglio dei Delegati della FdCA - 14 novembre, primo sciopero generale europeo - Da costruire, da continuare

Mentre continua l'affondo dell'offensiva del capitale, che usa la crisi e le politiche economiche per restringere spazi, conquiste e diritti acquisiti dai lavoratori e dalle lavoratrici è sempre più evidente quanto la fase renda ancora più difficile forme di aggregazione e di prassi collettiva che emergano dall'antagonismo dei lavoratori. Questa è una fase difficile e apparentemente senza speranza che ci vede tutti coinvolti nell'ostinarci a aprire spazi politici e di lotta per uscire dal pantano nel quale siamo stati spinti dalla ristrutturazione del capitale, economico e finanziario. Una ristrutturazione che è in atto su più livelli e che continua a guadagnare dalla crisi da un punto di vista economico, ma anche normativo e sociale. Il capitalismo ha di fatto incassato la deregolamentazione del lavoro, con cui contribuire a mettere all'angolo ogni forma di sindacalismo conflittuale e rivendicativo, continua a ridurre servizi pubblici come scuola e sanità e a modularli con enti bilaterali in differenziati livelli di accesso in base al reddito di ciascuno, cerca di distruggere ogni solidarietà sociale con la scientifica distruzione dei contratti collettivi nazionali di categoria.



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MERCOLE 14 SCIOPERO GENERALE

GLI ANARCHICI PER LO SCIOPERO GENERALE DEL 14 NOVEMBRE

L’ASSEMBLEA ANARCHICA MARCHIGIANA SOSTIENE
LO SCIOPERO GENERALE DEL 14 NOVEMBRE COMUNICATO
Anche nella nostra regione si terranno il 14 novembre manifestazioni sindacali in occasione dello sciopero europeo indetto contro le politiche di austerity a carico dei lavoratori europei, dalla U.E. e dai singoli stati.
Si tratta di un appuntamento di lotta e di mobilitazione ,........................L’Assemblea Anarchica Marchigiana invita gruppi anarchici ed individualità anarchiche di queste due province a convergere sulle due manifestazioni.
Invita altresì i gruppi e le individualità anarchiche   LEGGI TUTTO IL COMUNICATO
Assemblea Anarchica Marchigiana
Federazione Anarchica Italiana – Gruppi Anarchici “M.Bakunin” Jesi e “F.Ferrer” Chiaravalle; Centro Studi Libertari “L.Fabbri” Jesi; Federazione dei Comunisti Anarchici sezione Fano/Pesaro; Anarchiche\ci della Valcesano; Gruppo Anarchico “Kronstadt” Ancona.
Jesi 9 novembre 2012
VOLANTINO PER IL 14 NOVEMBRE 2012PER UNO SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO
La macelleria sociale in atto nel paese e in gran parte dell’Europa, figlia della crisi e del sistema di produzione, sta inghiottendo in un sol colpo tutti i diritti, .........Gli  unici ad aver pagato siamo proprio noi, lavoratori, disoccupati, studenti, pensionati ......................La nostra  presenza all’odierno sciopero generale (come lavoratori e come anarchici, individuando necessariamente in coloro che scenderanno in piazza il naturale punto di riferimento e di appartenenza) LEGGI TUTTO IL VOLANTINO
Assemblea Anarchica Marchigiana
Federazione Anarchica Italiana – Gruppi Anarchici “M.Bakunin” Jesi e “F.Ferrer” Chiaravalle; Centro Studi Libertari “L.Fabbri” Jesi; Federazione dei Comunisti Anarchici Fano –Pesaro; Anarchiche\ci della Valcesano; Gruppo Anarchico “Kronstadt” Ancona.

4 NOVEMBRE CONTRO IL MILITARISMO, PER LA PACE E LA LIBERTÀ

Domenica 4 novembre, a partire dalle 17, il Comitato NO MUOS di Palermo manifesterà contro la realizzazione del MUOS, il sistema di radar satellitari che la Marina militare degli USA intende costruire a Niscemi, in provincia di Caltanissetta.
Data e luogo del presidio informativo non sono casuali: i pacifisti e gli antimilitaristi palermitani si ritroveranno in via Generale Magliocco, un "salotto" in pieno centro cittadino, intitolato a un criminale di guerra fascista: Vincenzo Magliocco, aviatore palermitano medaglia d'oro, fu infatti uno dei principali protagonisti della Guerra d'Etiopia del 1936, responsabile dei bombardamenti chimici con gas asfissianti che sterminarono le popolazioni del Corno d'Africa durante la campagna imperialista voluta da Mussolini.

4 NOVEMBRE CONTRO IL MILITARISMO, PER LA PACE E LA LIBERTÀ

Oggi, 4 novembre, c’è chi festeggia le Forze armate. È la data della fine della Prima Guerra Mondiale, il primo grande massacro collettivo del secolo scorso. I morti in tutti i paesi furono quasi 10 milioni. Tutti giovani mandati al macello per gli interessi delle caste politiche e militari che volevano spartirsi l’Europa per il dominio internazionale.

Oggi la guerra la chiamano “pace”. Giusto pochi giorni fa, un altro soldato italiano di 24 anni è tornato dall’Afghanistan dentro una bara. Frasi di circostanza, lacrime di coccodrillo, funerali solenni. Moltissimi ragazzi intraprendono la carriera militare per crearsi un futuro; vengono imbottiti di retorica e menzogne, coltivano l’illusione di fare qualcosa di concreto per la pace. Oppure, sempre più spesso, abbracciano con convinzione il culto fascista della divisa, esaltandosi all’idea di andare al fronte ad ammazzare gli altri. Tutto questo, come sempre, per gli interessi delle caste politiche e militari che si spartiscono il mondo per il petrolio, le risorse, l’egemonia.

In tempi di crisi, mentre il governo italiano taglia brutalmente stipendi e pensioni e sottrae risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti, le spese militari aumentano vergognosamente: nel 2012 sono stati impiegati 30 miliardi di euro per le forze armate, ai quali bisogna aggiungere altri 10 miliardi per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35. Alla faccia dei disoccupati, dei nuovi poveri, dei pensionati, di tutti quelli che non arrivano alla fine del mese.

Il militarismo uccide così, soffocando lo sviluppo dei popoli, negando la libertà, devastando il territorio con le sue infrastrutture.

Il MUOS è il mega radar che l’esercito americano sta costruendo a Niscemi (Caltanissetta), uno strumento che servirà ad ampliare sempre di più le guerre del XXI secolo.

Gli effetti del MUOS saranno quelli gravissimi di trasformare la Sicilia in una base (e quindi obiettivo) di un eventuale conflitto nucleare, e di aumentare l’inquinamento elettromagnetico nel raggio di decine di chilometri, con un seguito di malformazioni infantili e tumori per gli abitanti della Sicilia sud-orientale. Inoltre, la realizzazione del MUOS distruggerà l’economia del territorio (agricoltura, allevamenti, turismo, ecc.) e limiterà drasticamente la mobilità dei siciliani pregiudicando l’attività degli scali aerei (Comiso, Fontanarossa, Punta Raisi, Trapani-Birgi) già ampiamente danneggiati dalle servitù militari.

Lo scorso 6 ottobre almeno quattromila persone hanno manifestato a Niscemi contro il MUOS, mentre l’area del cantiere veniva sequestrata dalla Procura di Caltanissetta visto che si trova all’interno di una riserva naturale. Pochi giorni fa, manco a dirlo, il Tribunale della libertà di Catania ha dissequestrato il cantiere, confermando l’enormità degli interessi che si celano dietro la realizzazione del MUOS.

Tutto questo significa che bisogna continuare la mobilitazione senza mai abbassare la guardia.

Ne va del futuro di questa terra di Sicilia. Ne va del futuro – che è già presente – dei nostri figli
CONTRO L’INSTALLAZIONE DEL MUOS, IL POTENTE SISTEMA SATELLITARE DELLA MARINA MILITARE U.S.A.


CONTRO L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO E LA DISTRUZIONE DEL TERRITORIO

PER LA SALUTE DEI CITTADINI, LA LIBERTÀ E LO SVILUPPO DELLA SICILIA

CONTRO L’ARROGANZA DEI GOVERNI E IL DOMINIO MAFIOSO PER LA PACE TRA I POPOLI E CONTRO TUTTE LE GUERRE

CONTRO IL BLOCCO DELLE FRONTIERE, CONTRO I CENTRI DI DETENZIONE PER IMMIGRATI,

PER UNA SICILIA TERRA DI PACE  E DI ACCOGLIENZA

 Info e adesioni: nomuospalermo@gmail.com

14 novembre, primo sciopero generale europeo. Da costruire, da continuare.


Mentre continua  l'affondo dell’offensiva del capitale, che  usa la
crisi e le politiche economiche   per restringere  spazi, conquiste e
diritti acquisiti dai  lavoratori  e dalle lavoratrici  è sempre più
evidente  quanto la fase renda ancora più  difficile  forme di
aggregazione e  di prassi collettiva che emergano dall’antagonismo dei
lavoratori.
Questa è una fase difficile e apparentemente senza speranza che ci
vede tutti coinvolti nell'ostinarci a aprire spazi politici e di lotta
 per uscire dal pantano nel quale siamo stati spinti dalla
ristrutturazione del capitale, economico e finanziario. Una
ristrutturazione che è in atto su più livelli e  che continua a
guadagnare dalla crisi da un punto di vista economico, ma anche
normativo e sociale.   Il capitalismo ha di fatto incassato  la
deregolamentazione del  lavoro, con  cui contribuire a mettere
all’angolo ogni forma di  sindacalismo conflittuale e rivendicativo,
continua a  ridurre servizi pubblici come scuola e sanità  e a
modularli  con enti bilaterali in differenziati livelli di accesso in
base al reddito di ciascuno,  cerca di distruggere  ogni solidarietà
sociale con la scientifica distruzione dei contratti collettivi
nazionali di categoria .
Sempre più emerge l' incompatibilità del punto di vista dei lavoratori
e delle lavoratrici sul nuovo impianto autoritario che coinvolge ogni
attività lavorativa, pubblica e privata, che ha assunto come centrale
il comando gerarchico sulla forza lavoro, in termini di diritti e di
salario, diretto ed indiretto.
E anche se questo percorso si è svolto all’ombra della complicità
sindacale e politica, esso è destinato ad essere messo in discussione dai
protagonisti che ne stanno pagando le disastrose conseguenze. In tutta
Europa la dittatura finanziaria fatta di autoritarismo padronale e di
vincoli di bilancio è un attacco diretto alla condizione di vita del
proletariato europeo, ed ancora una volta nella storia sono i
lavoratori e le  lavoratrici ad essere chiamati a prendere nelle
proprie mani il proprio destino, politico e sociale.
Il 14 novembre i lavoratori sono chiamati a uno sciopero europeo, il
primo segnale di risposta internazionale a un attacco portato in tutto
il continente in forme diverse ma sempre durissime dalla borghesia
europea ed i suoi governi contro la classe lavoratrice.
E ai lavoratori va restituita la titolarità delle lotte, che saranno
tanto radicali quanto i lavoratori e le lavoratrici sapranno costruirle e
esserne protagonisti.
Protagonisti al di là delle appartenenze sindacali, e unificando finalmente
rivendicazioni e dissenso; protagonisti al di là e nonostante la frammentazione, al di là
e nonostante le logiche di bottega o di  piccolo cabottaggio di chi ha scelto
un'adesione al minimo sindacale da giocare più sui tavoli interni che
nelle piazze, a dimostrazione della subalternità culturale e politica
di buona parte del ceto sindacale, ma a conferma anche del differente impegno e
sostegno a fianco della ristrutturazione del capitale  e delle cadute
che questa ha sulla società in termini generali.
Che siano finalmente  i lavoratori in prima persona ad uscire dalla subalternità
imposta dall’ideologia del capitale e dalla collaborazione sindacale,
residuo di vent’anni di sconfitte figlie di un sistema di relazioni
sociali ormai saltato e non più in grado di reggere lo scontro.
Con uno sciopero generale che sia dei lavoratori e delle lavoratrici e
non delle sigle sindacali, che coinvolga precari e studenti,
licenziati e cassintegrati, partite IVA e dei migranti.
Con uno sciopero che va costruito prima, città per città, con
assemblee, e che non deve finire a fine giornata senza darsi poi
appuntamento per continuare a costruire mobilitazioni.
Per ripartire alla conquista di spazi di agibilità politica e
sindacale, fuori e dentro i luoghi di lavoro, rivendicando salario,
orario, diritti, uguaglianza,
pensioni decorose ed un welfare pubblico, che garantisca una scuola
pubblica e laica a tutti.
Passaggi che oggi sembrano lontane utopie. Ma saranno i soli che potranno
evitare la guerra tra poveri, tra indigeni e stranieri, nella cornice
di un precariato diffuso dove si sta insinuando la barbarie e dove
vien meno sempre più la solidarietà di classe.
Nostro compito, come sempre è quello di stare a fianco dei lavoratori,
nei posti di lavoro e nelle piazze;  perché la nostra condizione di donne ed uomini
operai, impiegati, insegnanti, contadini, pensionati, 
studenti, precari e  disoccupati, lavoratori al nero, 
esodati, partite IVA malpagate è la condizione mutabile all’interno
di queste categorie di salariati sfruttati che stanno pagando quella
che comunemente viene chiamata crisi, per nascondere il gigantesco saccheggio in atto di risorse economiche ed ambientali, di diritti e di civiltà. 
 
83 ° Consiglio dei Delegati FdCA  31/10/2012
 
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LUNGA VITA ALLA FdCA





l'1-2 novembre del 1986 veniva costituita a
Cremona la FdCA, in occasione del suo 2° Congresso nazionale
http://www.fdca.it/Congresso/congresso2/congresso_2.htm

                                     tanti auguri di lunga vita
                                         alla nostra FdCA