DESTRA, FORCONI, FORZE DI STATO SULLE BARRICATE DELLA REAZIONE

Nulla di strano. Tutto quello che sta accadendo era facilmente prevedibile. La discesa in piazza dei padroncini diseredati e dei ceti medi colpiti dalla crisi e dall'aumento delle tasse sta avendo un successo previsto.
La crisi della rappresentanza politica, o meglio l'impossibilità di organizzare gli interessi di ampi settori sociali falcidiati dalla crisi e dalle ricette neoliberiste sta producendo i suoi effetti.
Tentazioni barricadiere cercano incautamente di inserire "i forconi" sociologicamente nella lotta contro lo Stato oppressore, altri adducono che ogni cambiamento epocale, come quello della ristrutturazione capitalistica in atto, genera inevitabilmente turbolenze. Agli analisti di un risico lineare ed improbabile, bisogna ricordare che la rivoluzione sociale comunista e libertaria che abbiamo in mente e nei cuori, è e resta il lato propositivo dello sviluppo rivoluzionario.
Eravamo facili profeti quando scrivemmo, alcuni anni fa, che l'abdicazione della CGIL ad assumere un ruolo di difesa degli interessi di classe avrebbe alla lunga prodotto una risultante destroide della protesta. La quale oggi è di destra non solo per la presenza di fascisti nostalgici e di leghisti razzisti, che pure vi sono, quanto per la mancanza totale di ogni prospettiva di cambiamento sociale, e tantomeno in termini solidali ed egualitari. E non è un caso che la destra del paese, a partire dai suoi organi di disinformazione ne tessa le lodi e ne spieghi la sofferenza.
Le tasse questi le vogliono ridurre solo per loro, e magari che un bello Stato nazionale gli garantisca pure la pensione e l'accesso alla sanità gratuita, e se proprio bisogna fare dei sacrifici, si possono sempre buttare a mare - in quanto a diritti - tutti gli immigrati e fargli pagare a caro prezzo la loro presenza sull'italico suolo...
Nella storia abbiamo altre volte avuto momenti di scontro di classe con implicazioni e prospettive reazionarie. Spesso non si sono tramutati in Ordine e Disciplina fascisticamente consolidati, nella Vandea in Fancia, dove contadini rissosi ed un po' bigotti che ancora si erano attardati ad essere plebe reale vennero sterminati dai governanti della repubblica borghese nascente; e nemmeno ai kulaki russi andò meglio, dato che il loro interesse cozzava profondamente con le esigenze del nuovo Stato Sovietico. Ma andò meglio ai bottegai salvati dal fascismo e dal nazismo, che divennero parte importante dei nuovi stati corporativi. I camionisti ed il loro sciopero in Cile vennero caldamente ringraziati da Pinochet.
Oggi siamo di fronte ad una ricomposizione della destra sociale, che passa attraverso la destra classica dei cascami berlusconiani, ma anche attraverso l'implosione del PD. Ma la parte da leone la fanno il grillismo diffuso, fatto di attacchi alla casta e al privilegio fini a se stessi, ed il leghismo razzista dispensato per venti anni a piene mani. Sono davvero costoro che possono ricucire in chiave nazionale le anime ed i sentimenti prodotti dalla tragedia di trenta anni di liberismo capitalista, magari con le nazionalizzazioni, con l'uscita dall'euro, con la ripresa del ruolo dello Stato, o come lo chiamiamo?
Chi si dice rivoluzionario non dimentichi che concetti come comunità, nazione, lingua, patria, bandiera tricolore, fanno rabbrividire e non appartengono al movimento operaio e socialista, di cui noi storicamente facciamo parte; chi oggi si spiega questi fenomeni in chiave solo sociologica, chi cerca - orfano - di trovare nei forconi germi di una sommossa di classe, tutti costoro dimenticano che non hanno alcuna capacità di agire, ben altri sono quelli che riescono a dare una veste politica al malcontento.
Con molta attenzione, occorre rendersi conto che le scorciatoie ed i miti del blocco totale del paese, del barricadismo fine a se stesso, senza costruire coscienza solidale ed ugualitaria in organismi autonomi e libertari, potranno far esplodere tutta la loro carica ribelle, ma solo il tempo deciderà se avranno contribuito alla rivoluzione o a consolidare il potere dello Stato e della reazione.
Segreteria NazionaleFederazione dei Comunisti Anarchici

Nel cammino per la conquista della libertà in ricordo di Mamma Felicia e Peppino Impastato.



 






 I militanti Comunisti Anarchici della sezione " Delo Truda" FdCA Palermo , insieme a Alternativa Libertaria Palermo , partecipano al XII Forum Antimafia " Felici e Peppino Impastato " Cinisi dal 8 al'11 Maggio 2013
 







GRAZIE SILVIA CI HAI AIUTATO A FAR NASCERE LA NOSTRA SEZIONE



 IL MIGLIORE MODO CHE ABBIAMO PER RICORDARE SILVIA E' QUANDO DURANTE UNA SUA VISITA A PALERMO INSIEME A DANIELA SCRIVEMMO A TRE MANI, FRA UN BICCHIERE DI VINO E L'ALTRO, IL PEZZO SOTTO RIPORTATO DANDO DI FATTO IL VIA ALL'ATTIVITA DELLA SEZIONE FDCA DI PALERMO

ROBERTO E MAURIZIO

CIAO SILVIA I COMPAGNI DELLA SEZIONE DI PALERMO TI PORTERANNO SEMPRE NEL CUORE E NELLE LOTTE

Lungo i ponti di Silvia…

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Se n’è andata mercoledì 10 aprile, dopo una lunga lotta contro la malattia, Silvia Francolini. Accade a Losanna, città in cui aveva scelto di vivere con il suo compagno Ismael Zosso, ed Emilio, il loro figlio di appena due anni.
Nata a Fano nel 1977, Silvia si era laureata in Lingue e letterature straniere moderne, contemporaneamente lavorando ed impegnandosi nei collettivi libertari fanesi, primo fra tutti quello che negli anni ’90 mise sotto l’attenzione cittadina il grave problema dell’assenza di spazi autogestibili dai giovani nella città addomesticata dai partiti e dalla convivialità commerciale (epiche alcune occupazioni di stabili sfitti sotto la giunta Carnaroli-PD).
Silvia, proveniente da una famiglia di solida cultura operaia, è culturalmente molto preparata sulla storia dei movimenti antirazziali e del movimento Black panters, ed ha portato a Fano in quegli anni interessanti iniziative, tra le quali quelle di sensibilizzazione contro la pena di morte negli USA (ricordiamo la campagna per la vita di Mumia Abu Jamal, o quella per il nativo americano Leonard Peltier). Nel frattempo si è occupata dell’attività della sezione fanese della Federazione dei comunisti anarchici, attiva nel movimento politico provinciale per le lotte sindacali, i diritti civili, l’antirazzismo, nella piccola sede di via G. da Serravalle 16, ora Infoshop, ed ha anche di recente contribuito alla costruzione del Centro studi Franco Salomone, con sala riunioni e biblioteca, a Fano2.
Da alcuni anni viveva in Svizzera, lavorava come insegnante, era attiva presso il Centro internazionale di ricerche sull’anarchismo, Cira, di Lausanne, luogo internazionalmente noto presso il quale si era formata come archivista, dando manforte al lavoro di archiviazione di documenti in lingua italiana e supportando molte attività multilingue. E’ stata presente ad iniziative “ponte” tra lingue e culture nell’ambito dell’anarchismo, in ultimo al raduno internazionale di Saint Imier.
Il suo amore per la sua città d’origine, Fano, l’ha vista tentare diverse volte un ritorno, nonostante la congiuntura economica sfavorevole; Silvia, amava il sole e il mare, il dialetto e la cucina fanese, proprio a lei e al suo compagno si deve il varo di un’impresa di pedagogia tutta mirata al Porto di Fano e al mare, “Passaporto”, integrata ed originale.
Nonostante i tanti interessi che la legavano al territorio (ricordiamo anche la sua partecipazione a seminari e spettacoli del centro danza Hangart di Pesaro), come succede per tante giovani persone italiane, il lavoro l’ha tenuta a lungo altrove. Certo è riduttivo parlare di “fuga dei cervelli” per persone che come lei hanno dato tanto in calore umano, passione politica e affetto, alla sua città. Silvia è riuscita, anche in questi ultimi anni, a costruire ponti tra due realtà apparentemente lontane, come le sue due città, Lausanne e Fano, e da questo pensava di trarne un pamphlet ironico che raccontasse la Svizzera vista da una italiana, anzi da una marchigiana. Quante risate alla descrizione del vago odore di benzina che si sollevava dal lago di Losanna al primo raggio di sole primaverile, quando le famiglie svizzere fanno capolino per una grigliata, ed i capifamiglia armeggiano al barbecue in pantaloncini rigorosamente color kaki!
In questo momento in cui sembra sempre che, dopo tanti passi in avanti su quei ponti, la sua scomparsa ci faccia improvvisamente tornare indietro, siamo vicine al suo compagno, Ismael Zosso, ed al piccolo Emilio, perché quei ponti, fatti di umanità, di presenze tangibili e corporee, di sapori e parole, restino percorribili in entrambi i sensi, ed il senso della passione umana e politica di Silvia, siamo sicure, ci sosterrà sempre nei tragitti. Animiamo questo momento di sconforto e gelo con gli ideali e il vino rosso che condividiamo con Silvia.

BICENTENARIO DI BAKUNIN

A Pryamukhino -luogo di nascita di Bakunin- il 12 e13 luglio 2014
Conferenza Internazionale per il bicentenario di Bakunin (1814-1876)