COMUNICATO NAZIONALE FdCA



(IN)UTILMENTE AL VOTO?


Il 13 e 14 aprile è prevista la spartizione delle spoglie di ciò che resta di un paese straziato, mutilato ed incarognito da 15 anni di governi che hanno applicato con cipiglio selvaggio le ricette avvelenate dello sfruttamento neoliberista.

Tutti gli schieramenti sono in cerca di legittimazione e di voti. Ne ha bisogno la destra del PdL, che è consapevole della grande opportunità di poter tornare a governare per continuare gli scempi che fino al 2006 aveva deliberatamente compiuto in tutti i campi, sociale, economico, politico ed istituzionale; ne ha bisogno il PD, nuovo soggetto interclassista del centro, che è consapevole della sua capacità di offrire nient’altro che un’immagine nuova rispetto al PdL, senza sottrarsi alle pressioni del capitalismo nostrano. Ne va in cerca l’UDC papalina per riprendersi un posto centrale e al sole, e come lei la sinistra arcobaleno, priva di un progetto politico che non sia quello di non sparire dal parlamento.

L’appello al voto di coalizione delle ultime elezioni cede oggi il passo alla ruffianeria del voto utile (votare PD per sconfiggere Berlusconi e viceversa) o alla disperazione del richiamo del voto necessario ed identitario per una lista od partito che riflettano il più possibile inclinazioni e frammenti di opzioni etiche, ideologiche, religiose, localiste, che catturino le allodole. Intanto stanno come gli avvoltoi le confederazioni padronali, inserendo loro rappresentanti in tutti e due i maggiori schieramenti, mentre le burocrazie di cgil-cisl-uil balbettano “PD, amico mio”, delegando ormai solo alla politica la ricerca di soluzioni compatibili e espropriando i lavoratori di ogni voce in capitolo.

Ma questa volta non è più in gioco l’argine a Berlusconi e nemmeno lo scongiurare l’instaurarsi di un regime clerical-fascista, bensì l’affermarsi “bipartisan” di un blocco di potere di affaristi, caimani, tecnocrati di Stato e sfruttatori che hanno il solo scopo di vampirizzare l’intero tessuto sociale italiano. Tutte le leggi finanziarie dal 1994 in poi sono lì a dimostrarlo, la stragrande maggioranza dei contratti di lavoro e gli accordi di partneriato in nulla hanno contrastato l’inarrestabile impoverimento della classe lavoratrice e la depredazione di servizi sociali e dell’ambiente.

Non ci interessa dare patenti di qualunquismo o considerare rivoluzionari coloro che decideranno di non votare per una critica radicale al sistema parlamentare o per la somiglianza tra i 2 maggiori schieramenti, né dare degli illusi a quelli che decideranno nonostante tutto di esercitare il diritto di voto.

Quello che ci interessa è che il 13 e 14 aprile non siano la consacrazione finale di un modo di intendere la politica che affermi la supremazia del “palazzo” sulla società, la decisività dei giochi parlamentari sui conflitti sociali, le ragioni della mediazione inter-partitica sulle pressioni e sui movimenti dal basso della società.

Il combinarsi di una legge elettorale garantista per vinti e vincitori e la tattica ricombinatoria del PD costringono ad una corsa centripeta verso il parlamento e verso il rafforzamento del potere esecutivo che ha il solo scopo di ridurre spazi ed inibire quei movimenti che possono ancora esprimere conflittualità sociale dal basso. E che - per capacità di auto-organizzazione ed autogestione - possono rendersi protagonisti di incisive lotte anticapitaliste, operaie e sindacali, ecologiste ed ambientali, pacifiste ed antimilitariste, dei migranti e contro la repressione dello Stato, femministe e laiche ed anticlericali.

Se da un lato oggi il compito urgente è quello di smascherare i disvalori del neoliberismo (l’individualismo, la competizione, l’arroganza, la corruzione, l’ignoranza, l’ingiustizia, la deregolamentazione della vita civile, la precarizzazione delle vite individuali...) che albergano nel PD come nel PdL, dall’altro è tutto da rinnovare e praticare il valore della libertà nella solidarietà, nella difesa e nella pratica degli spazi di organizzazione, nella rivendicazione e tutela dei diritti individuali e collettivi delle persone, dei lavoratori e delle lavoratrici, dei e delle migranti.


Questi movimenti e queste lotte continuano ad avere davanti a sé un futuro? Siamo certi di sì, se non si cadrà nell’illusione che le elezioni sono l’unica occasione di mutamento strutturale; siamo certi di sì, se avremo sedimentato la consapevolezza che il neoliberismo capitalista dei nostri tempi ha sempre uno Stato ed un governo su cui scommettere.

Questa è la nostra opzione: lavorare per la capacità politica di esprimere auto-organizzazione e conflitto da parte di tutti i soggetti interessati ad un mutamento radicale della società in senso autogestionario ed egualitario.

Noi, con il nostro modo caratteristico di far politica, dal basso e collettivo, assembleare ed autogestito, comunista ed anarchico, porteremo avanti il nostro impegno prima e dopo il 13-14 aprile, affinché viva, si organizzi e lotti la più vasta opposizione sociale ed in movimento per l’alternativa comunista e libertaria.



IL VERO VOTO UTILE E’ QUELLO CHE FAI QUANDO ORGANIZZI ED AUTOGESTISCI LE LOTTE PER I TUOI DIRITTI INSIEME AGLI ALTRI

IL VERO VOTO NECESSARIO E’ QUELLO CHE FAI QUANDO COMBATTI COLLETTIVAMENTE PER FERMARE LA DESTRA ED IL NEOLIBERISMO, IL CLERICALISMO E LO SFRUTTAMENTO

IL VERO VOTO INUTILE E’ QUELLO CHE DAI ALLE BUROCRAZIE PARLAMENTARI DELLO STATO E DELLA FINANZA

NON RINUNCIARE AI TUOI DIRITTI, NON DELEGARE IL TUO FUTURO LOTTA PER L’AUTOGESTIONE E LA REDISTRIBUZIONE DELLE RICCHEZZE OGGI

Segreteria NazionaleFederazione dei Comunisti Anarchici aprile 2008
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http://fdca-palermo.blogspot.com/ sezione “ Delo Truda” FdCA Palermo

ULTIMO SALUTO A FRANCO SALOMONE


Giovedì 27 marzo a Savona si sono svolti i funerali del nostro compagno Franco Salomone.

Tanti i lavoratori, i compagni e le compagne presenti all'ultimo saluto per Franco:

colleghi e compagni di lotta e di sindacato, vecchi compagni comunisti libertari della Liguria e dalla Lombardia, compagni del WSM irlandese attualmente in Italia, il circolo FAI di Savona, l'USI di Savona, i compagni di Lotta Comunista e ovviamente le bandiere e i militanti della FdCA.


Un corteo funebre commosso e compatto di circa una ottantina di persone ha attraversato le strade di Savona, con una sosta davanti alla sede della Camera del Lavoro, salutato dalla bandiera a mezza asta della CGIL.

Hanno pronunciato discorsi in memoria di Franco, Pippo Giudice, segretario della CGIL savonese negli anni '70, Beppe Oldani per la Segreteria Nazionale della FdCA e Virgilio Caletti, comunista anarchico cremonese.

Ne è emersa la figura di Franco Salomone quale "sindacalista e rivoluzionario, pragmatico, alieno da qualsivoglia forma di lotta ideologizzata e da qualunque avventurismo sindacale e fautore di battaglie per obiettivi, anche difficili, ma raggiungibili", quale "militante internazionalista ed antifascista", "figura di riferimento e di crescita politica per tanti compagni".

Ne sono state ricordate le battaglia in difesa dei diritti dei lavoratori, della sanità pubblica, per lo sviluppo dell'anarchismo organizzato di classe.

La salma di Franco è stata cremata nel cimitero di Savona e le sue ceneri sono state tumulate nella tomba di famiglia.

Gli organi di stampa locali (Il Secolo XIX e La Stampa) hanno diffusamente ricordato la figura di Franco Salomone, anche grazie ai comunicati stampa della CGIL di Savona e della FdCA.

La Federazione dei Comunisti Anarchici ringrazia tutti i compagni intervenuti, ma soprattutto chi negli ultimi anni (Pina, Marta, Fulmen e Christian) ha assistito da vicino con affetto e dedizione il compagno Franco.

Hanno inviato messaggi di cordoglio diversi compagni da Molfetta, Bisceglie, Bari, Lucca, Asti e Cremona a cui va il nostro ringraziamento.


Segreteria NazionaleFEDERAZIONE dei COMUNISTI ANARCHICI

30 marzo 2008

AL COMPAGNO FRANCO SALOMONE

Franco Salomone, militante della Federazione dei Comunisti Anarchici si è spento dopo anni di dolorosa malattia il 24 marzo a Savona.; con lui scompare un compagno che ha dato un grande contributo al comunismo anarchico e alla lotta di classe.
Impegnato fin da giovanissimo nelle strutture dell'anarchismo ligure, scelse da subito la linea comunista e classista e si impegnò quindi per decenni nella doppia battaglia, quella dell'impegno sul territorio, nelle lotte dei lavoratori, e in contemporanea nella ricostruzione di un anarchismo che a partire dagli anni '50 aveva perso la bussola dei principi comunisti anarchici, annullati in un anarchismo umanista e spesso “di ispirazione borghese” come aveva già denunciato Luigi Fabbri decenni precedenti.
Franco, con altri compagni, molti dei quali liguri, collaborò non poco alla rimessa in piedi di quell'anarchismo di classe che vide poi dagli anni Settanta una fioritura senza pari, sia come strutture organizzative che come impegno nelle lotte politiche e sindacali.
Impegnato per lungo tempo in un lavoro politico transfrontaliero, si divise a lungo fra Francia e Italia, riportando all'anarchismo importanti riflessioni che si elaboravano in Francia fra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta.
Agli inizi degli anni settanta fu l'animatore della rifondazione dell'anarchismo di classe, con i Congressi dei Lavoratori Anarchici, che formarono molti militanti della sinistra antiautoritaria e in contemporanea la rinascita di federazioni di tendenza che allora si definiva comunista libertaria, in somiglianza con quanto avveniva in Francia.
Impegnato, come era già avvenuto con militanti come Marzocchi e molti altri, nella CGIL, passò poi negli anni ottanta all'impegno diretto come sindacalista del settore della Sanità. Non a caso oggi la .CGIL di Savona lo ricorda come anarchico, ma anche: “Franco Salomone è stato anche storico dirigente della CGIL di Savona per la quale è stato per anni responsabile della Sanità e dal 1997 al 2003 Segretario Generale della Funzione Pubblica. Tutta la CGIL di Savona ricorda con affetto Franco e ne piange la scomparsa”.
Dal 2003 riprese anche la militanza attiva, entrando nella Federazione dei Comunisti Anarchici; i compagni della FdCA, nel ricordarlo con stima e affetto, si impegnano a lavorare per la realizzazione degli ideali che con Franco ha condiviso per decenni.



Le compagne e i compagni dell'FdCA lo ricordano con affetto.


comunicato CGIL Savona

LA CGIL DI SAVONA RICORDA FRANCO SALOMONE

Ieri, dopo una lunga malattia, si è spento nella sua abitazione di Savona
Franco Salomone.

Salomone aveva 60 anni ed è stato uno storico militante dell’anarchismo italiano avendo fatto parte fin dalla metà degli anni 60 di diverse organizzazioni comuniste libertarie in Liguria a fianco di personaggi come Umberto Marzocchi ed avendo sempre avuto un rapporto organico con le organizzazioni francesi.

Nel 2003 ha aderito alla Federazione dei Comunisti Anarchici.

Franco Salomone è stato anche storico dirigente della CGIL di Savona per la quale è stato per anni responsabile della Sanità e dal 1997 al 2003Segretario Generale della Funzione Pubblica.

Tutta la CGIL di Savona ricorda con affetto Franco e ne piange la scomparsa.

La CGIL di Savona

25 marzo 2008

AL COMPAGNO CESARE TITTARELLI

La Federazione dei Comunisti Anarchici dà un ultimo addolorato omaggio al compagno Cesare Tittarelli di Jesi che la sera del 21 marzo all'età di 66 anni ha ceduto ad un male implacabile.



Desideriamo ricordare Cesare come attivista sindacale, rivoluzionario e comunista anarchico protagonista di quella stagione di lotta tra anni '60 ed anni '70 in cui la militanza sindacale nelle lotte operaie andava di pari passo con l'impegno per la rinascita dell'anarchismo di classe in Italia e per la costruzione di una organizzazione politica nazionale in grado di riportare l'anarchismo al centro delle lotte sociali e sindacali.

Gli anni della sua militanza nella Organizzazione Anarchica Marchigiana, in quei primi anni '70 in cui nel paese fiorivano le giovani organizzazioni comuniste libertarie che riscoprivano la "Piattaforma" del 1926 e si inserivano su base regionale nello scontro di classe dell'epoca, sono gli anni in cui Cesare matura quella esperienza e quella sua speciale e rara capacità di saper leggere sagacemente nel conflitto sociale le espressioni di autonomia dei lavoratori organizzati ed individuare, quindi, il ruolo politico dell'organizzazione dei comunisti libertari.

Di questa sua grande dote, della sua generosità, della sua esperienza si sono giovati tutti i compagni e tutte le iniziative a cui ha preso parte fino a che ha potuto.

Così lo ricordiamo, così ci mancherà. Ciao Cesare!


Segreteria Nazionale - FdCA
(una delegazione della FdCA parteciperà ai funerali previsti per mercoledì 26 marzoalle ore 16 presso il cimitero di Santa Maria Nuova di Jesi)

Il Tibet nella morsa dell'imperialismo cinese


La rivolta del popolo tibetano contro l'occupazione cinese porta una volta di più agli occhi del mondo intero lo stato di soggezione di un territorio che da decenni subisce la presenza militare dell'esercito della Repubblica Popolare Cinese. Geograficamente strategico, dopo la scoperta e la conseguente depauperazione di giacimenti di materie prime essenziali per l'economia cinese, uranio in primis, che hanno ridotto il paese a discarica nucleare, da tempo subisce anche la pressione delle politiche demografiche di sinizzazione condotte dal regime di Pechino, secondo un classico schema di potere imperialista che la Cina ha imposto nell'area dell'estremo oriente fin dagli anni '60 e che non si fa scrupolo della più feroce repressione.

Il Tibet si colloca così come area strategica nella zona di influenza cinese al pari della Birmania o del Darfur, dove gli interessi cinesi sono tutelati e difesi dai regimi locali tramite una sistematica opera di repressione dei movimenti di lotta. Da anni, del resto, sono evidenti le mire imperialiste cinesi sull'Africa.

Una grande disponibilità di liquidità finanziaria consente alla Cina di porsi come paese investitore in grado di giocare sugli scenari internazionali sostenendo progetti industriali in Sud Africa come in Venezuela, in Sudan come nell'Indocina, entrando in accordi di gestione dei corridoi delle materie prime dal Mar Caspio alle sue aree industriali del sud-est, ponendosi in quell'area come grande competitore al pari di Russia, USA e potenze locali come Iran ed India, come gendarme anti-islamico del Patto di Shanghai.

Ma il gigantesco surplus finanziario cinese è il frutto di decenni di accumulazione assicurata da quella seconda via dello "sviluppo parallelo" (i profitti dell'agricoltura investiti nella industrializzazione), seguita dai dirigenti cinesi tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, che è consistita nello sfruttamento dei lavoratori cinesi, e di determinazione, appropriazione e gestione del sovrappiù da parte dello Stato cinese che non ha disdegnato di usare e pratica ampiamente oggi la repressione aperta.

In realtà in Cina non vi è stata alcuna transizione al comunismo, non è andata al potere nessuna tecnoburocrazia, ma abbiamo assistito in 60 anni alla gestione capitalistica di stato da parte di un rigido centralismo burocratico che oggi gestisce la transizione al capitalismo nella forma più selvaggia, senza per questo effettuare il passaggio ad un assetto politico da democrazia occidentale.

La tragedia del Tibet e del suo popolo sono tutt'uno con la tragedia dei lavoratori cinesi, vittime del dominio statale della Repubblica Popolare Cinese, in nome... del popolo!
Per la liberazione del Tibet, per l'autodeterminazione del popolo tibetano, per l'autonomia dei lavoratori del Tibet e della Cina!

Segreteria NazionaleFederazione dei Comunisti Anarchici
17 marzo 2008

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Anarchici contro il muro venerdi 14 Marzo 2008


Palestina-Israele, un altro venerdì di lotta unitaria a Bil'in
by Ilan S. - Anarchici contro il muro venerdì, 14 marzo 2008, 10:45pm
address: Tel Aviv
mashriq / arabia / iraq / community struggles / news report



Sembrava sarebbe stato un tranquillo venerdì di manifestazione del popolo di Bil'in con gli attivisti i internazionali e gli Israeliani di anarchici contro il muro, contro il muro della separazione e contro l'occupazione. Abbiamo marciato scandendo slogan e a volte danzando verso la strada del muro. Quando siamo giunti al cancello che blocca l'accesso alla strada su cui passa il recinto elettronico, abbiamo costeggiato il muro, lontano dal punto di stazionamento dei soldati (dall'altra parte del muro). Per un po' siamo stati fuori del campo visivo dei soldati, ma non delle telecamere. Abbiamo superato il filo spinato che segna il limite sulla strada, proseguendo più avanti sempre lungo il muro. Poco dopo siamo giunti alla fessura fatta nel muro lo scorso venerdì, vi abbiamo messo una bandiera e ci siamo confrontati verbalmente con i pochi soldati che si erano avvicinati.
Quando sono arrivati i rinforzi, uno di loro ci ha lanciato addosso una granata di gas lacrimogeno. Era un gesto per provocare la puntuale reazione dei giovani lanciatori di pietre. Contro di essi ma anche contro i manifestanti non violenti si sono scatenate le forze di stato sparando gas lacrimogeni e proiettli di gomma.
Le conseguenze sono state che alcuni manifestanti non violenti sono stati intossicati dal gas ed un attivista internazionale è stato ferito alla testa. Molti di noi hanno abbandonato il campo all'azione dei lanciatori di pietre che si stavano confrontando con i soldati, i quali li hanno inseguiti per avere la scusa di attaccare di nuovo la manifestazione.
Infatti sono piombati sulla strada sul nostro versante, fermando un attivista internazionale sulla cui faccia hanno spruzzato del pepe come pure su quella di un altro compagno, hanno sparato addosso a due attivisti israeliani da una distanza non consentita con proiettili ricoperti di gomma. I compagni sono stati messi su un'ambulanza e portati in un ospedale israeliano dove sono stati curati e dove è stato estratto il proiettile dal piede di un compagno.

video clip della manifestazione girato da Emad Bornat
http://www.youtube.com/watch?v=EzIAYQmIDRU



articolo sul sito del quotidiano Haaretz :
http://haaretz.com/hasen/spages/964402.html



Due Israeliani feriti negli scontri con l'esercito nella proteste contro il muro
dal corrispondente Meron Rappaport, di Haaretz

Due israeliani che protestavano contro il muro sono stati feriti venerdì in uno scontro con le forze della difesa israeliane durante le proteste settimanali contro la costruzione del muro della separazione in Cisgiordania, nei pressi del villaggio palestinese di Bil'in.

I due manifestanti hanno accusato le truppe di aver sparato su di loro proiettili di gomma da distanza ravvicinata, senza che essi avessero fatto nulla per provocare i soldati. Alla manifestazione di Bil'in hanno partecipato 100 manifestanti tra Israeliani e Palestinesi.

"Noi stavamo in un gruppo di circa 10 israeliani vicino al muro" dice uno dei manifestanti. "I soldati se ne stavano più o meno a 10 metri da noi. I soldati hanno visto chiaramente che noi non stavamo lanciando nè pietre nè altro. Improvvisamente ho sentito un colpo al braccio. Io sono stato ferito leggermente. Il ragazzo che era vicino a me è stato ferito più seriamente perchè il proiettile gli è penetrato nella caviglia."

Il ferito non ha visto chi gli ha sparato, sebbene altri manifestanti dicano di aver visto un soldato israeliano puntare direttamente la sua arma contro il gruppo dei manifestanti e poi fare fuoco, e che esiste un filmato che lo riprende in questa azione

In base alle regole di ingaggio dell'esercito israeliano, i proiettili di gomma non vanno usati direttamente contro i manifestanti se non da una distanza di 60 metri, poichè queste pallottole potrebbero provocare serie ferite o dare la morte.
L'esercito ha risposto che "almeno 70 manfestanti si sono riuniti vicino al muro con l'intenzione di danneggiarlo e di lanciare pietre contro le forze di sicurezza. Le truppe sono state obbligate a reagire con metodi finalizzati alla dispersione delle manifestazioni pericolose. I metodi usati sono stati coerenti con gli ordini dell'esercito e con le distanze di sicurezza e le armi usate direttamente solo contro i facinorosi."


articoli correlati:
# ingiunzione della Alta Corte a modificare il percorso del muro in Cisgiordania nei pressi di Bil'in
http://www.haaretz.com/hasen/spages/900705.html



# 2 ufficali dell'esercito, 16 manifestanti feriti nelle proteste contro il muro a Bil'in
http://www.haaretz.com/hasen/spages/835380.html



# 3 Palestinesi, 2 ufficiali della polizia di confne feriti nelle proteste a Bil'in
http://www.haaretz.com/hasen/spages/807373.html




http://awalls.org

Ilan Shalif (Anarchici Contro Il Muro)

(traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali)

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USA: Perché non voterò per Obama





USA: Perché non voterò per Obama by Wayne Price


- (NEFAC - a titolo personale) Monday, Mar 10 2008, 12:35pmdrwdprice@aol.comnorth america / mexico / the left / opinion/analysis o per Hillary, e certamente non per McCain, e neppure per Ralph Nader
Negli Stati Uniti si è sviluppato un movimento entusiasta di sostenere il senatore Barack Obama, come candidato democratico alle elezioni presidenziali. Egli riesce a mobilitare ampie forze, specialmente tra i giovani adulti, ma riceve anche un grande sostegno dagli ambienti di sinistra: dai liberali ai socialdemocratici, agli stalinisti. Benché io apprezzi l'aspetto movimentista di questo appoggio popolare, personalmente no, non voterò per lui. [ English]


Perché non voterò per Obama
o per Hillary, e certamente non per McCain, e neppure per Ralph Naderun


Punto di vista anarchico sulle elezioni U.S.A.
Negli Stati Uniti si è sviluppato un movimento entusiasta di sostenere il senatore Barack Obama, come candidato democratico alle elezioni presidenziali. Egli riesce a mobilitare ampie forze, specialmente tra i giovani adulti, ma riceve anche un grande sostegno dagli ambienti di sinistra: dai liberali ai socialdemocratici, agli stalinisti. Benché io apprezzi l'aspetto movimentista di questo appoggio popolare, personalmente no, non voterò per lui. Non intendo convincere i miei amici, i miei familiari oppure i miei colleghi di lavoro a non votare per lui, ma mi piacerebbe cambiare il loro modo di pensare. E' tipico dei liberali & co. all'inizio della campagna elettorale dichiarare che il candidato democratico sia il "male minore" (ammettendo così che il lui o la lei candidato sia comunque un male). Ma più le elezioni si avvicinano, più aumenta il convincimento della bontà del candidato. (In psicologia si chiama operazione di dissonanza cognitiva. Dopo tutto, come si può ammettere con se stessi che si sta appoggiando in qualche modo il male? Per cui ci si autoconvince che quello che era il male minore è in realtà il politico buono.)




Wayne Price (NEFAC - Northeastern Federation of Anarchist Communists; a titolo personale)


Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali
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http://fdca-palermo.blogspot.com/ Sez. "delo Truda" ( La causa del lavoro) FdCA Palermo

ANARCHICI CONTRO IL MURO





Palestina-Israele, "tsumud" (la persistenza) della lotta unitaria a Bil'in contro il muro by Ilan S. - Anarchici contro il muro domenica 9 marzo 2008, 1:11pmaddress:

Tel Avivmashriq / arabia / iraq / community struggles / news report lotta a Bil'in contro il muro della separazione e contro l'occupazione israeliana

La manifestazione di venerdì 7 marzo è stata messa in ombra dall'attentato nel centro formativo del cuore nazionalista-religioso-ideologico dei coloni ebrei a Gerusalemme. Altre manifestazioni unitarie sono state cancellate per timore che le forze di stato israeliane ci costringessero a non farle,...ma non a Bil'in. Dove in ragione e nonostante il ferimento in settimana di Wa’am Burnat*, dell'età di 18 anni, mentre stava lavorando con la sua famiglia nell'uliveto vicino al muro della separazione, la manifestazione del venerdì non era in discussione. A mezzogiorno, gli abitanti del villaggio, con l'appoggio del Partito della Federazione Democratica Palestinese, degli attivisti internazionali, degli israeliani di anarchici contro il muro e degli operatori dei media, hanno marciato verso la strada del muro della separazione che taglia in due le terre ad ovest del villaggio.
La lotta unitaria di Bil'in contro il muro della separazione e contro l'occupazione israeliana, iniziata tre anni fa, non è stata iniziata o promossa dalle varie organizzazioni politiche palestinesi o dalla Autorità Palestinese. Eppure, una volta che la lotta di Bil'in è diventata il focus dei media regionali ed internazionali, le organizzazioni politiche palestinesi non hanno resistito alla tentazione di venire sulla scena di Bil'in, che è diventata (soprattutto il venerdì) meta per le visite dei parlamentari palestinesi, di ministri e persino dell'intero governo.
I partiti palestinesi non hanno mai mancato di farsi vedere in tempo di elezioni o di altre date speciali....Ma le organizzazioni politiche non si sono limitate solo a curare la loro visibilità mediatica, dato che la leadership nazionale è intervenuta in favore della lotta unitaria di Bil'in quando alcuni esponenti reazionari locali avevano diffuso volantini in cui chiedevano di mettere fine alla cooperazione con gli ebrei israeliani.
Questa settimana si è fatto vedere il Partito della Federazione Democratica Palestinese che è venuto a Bil'in per festeggiare il suo 18° anniversario.Quando abbiamo raggiunto la base della collina sulla cui sommità sta il cancello del muro della separazione (un punto sensibile a cui ci è stato impedito di avvicinarci per mesi fino a poche settimane fa) uno dei leader del PdFDP ha tenuto un comizio. Alla fine del comizio siamo andati all'intersezione del muro, senza subire all'inizio nessun attacco da parte delle forze di stato israeliane, le quali erano in numero ridotto a causa del dislocamento dei soldati a Gerusalemme. Alcuni attivisti sono persino riusciti a praticare un'apertura nel muro verso la strada su cui corre una protezione elettronica.
A quel punto l'esercito israeliano ci ha attaccato.
All'inizio sparando proiettili di gomma, poi lanciando gas lacrimogeni.
L'attività di fuoco dei soldati israeliani è aumentata quando è iniziato il lancio di pietre da parte dei giovani.
Gradualmente i partecipanti alla manifestazione non violenta hanno lasciato il campo e siamo ritornati al villaggio.
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(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)



8 marzo 2008 !! ma quale festa delle donne???




la libertà di tutti passa attraverso
la libertà delle donne.

8 marzo 2008!!
Ma quale festa delle donne?
Le donne sono sempre le più colpite dalla povertà, dalla violenza, dalle guerre

Noi l'8 marzo 2008 ricordiamo le operaie che durante uno sciopero morirono in fabbrica tra le fiamme e nel loro ricordo continuiamo a denunciare e a combattere per liberare le donne dalle catene della società maschilista, patriarcale e clericale che le tengono ancora legate.

Perché l'8 marzo non resti solo una ricorrenza, spezziamo queste catene e ricominciamo a lottare tutti insieme, con una sempre più forte solidarietà e coscienza di classe, consapevoli che nessuna liberazione della donna sarà mai completa, senza la più ampia liberazione di tutta l'umanità dagli oppressori e dai tiranni, chiese, Stati e padroni, consapevoli che la libertà di tutti passa attraverso la libertà delle donne.

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AFRIQUE SANS CHAINES

IL GAS LETALE DELLO SFRUTTAMENTO


Sepolcri. Capannoni industriali, cantieri edili, macchine agricole, autocisterne trasformati in tetre bare che imprigionano a migliaia lavoratori inermi, come nel fuoco dell’incendio della Thyssen Krupp di Torino, come nel gas mortale della cisterna di Molfetta.
Ma per il capitalismo le vite sfruttate, le vite spezzate non sono altro che costi. FdCA
Marzo 2007

UN MEDIO ORIENTE DEI POPOLI



Per un nuovo Medio Oriente: un Medio Oriente dei popoli by Mazen Kamalmaz Lunedì, Mar 3 2008, 1:05pmmashriq / arabia / iraq / imperialism / war / opinion/analysis

Contro l'ingiustizia politica e sociale, i popoli del medio oriente si uniscano per costruire una nuova convivenza basata sui principi della libertà e della giustizia; contro la repressione nazionalista e le divisioni settarie, che i popoli del medio oriente costruiscano un nuovo mondo fondato sulla solidarietà tra tutte le nazioni e sulla libertà di ciascuno, di ogni nazione e di ogni gruppo etnico.

Contro ogni incombente aggressione Americana o Israeliana :dobbiamo distruggere il vecchio Medio Oriente e quello che vogliono farne USA ed Israele,per un nuovo Medio Oriente :
IL MEDIO ORIENTE DEI POPOLI
Le truppe Israeliane si sono ammassate per una escalation senza precedenti contro Gaza, l'intenzione era chiara: mettere fine ad ogni resistenza e costringere il popolo palestinese ad arrendersi all'occupazione. Nel frattempo, la flotta USA è tornata a farsi vedere al largo del Libano, brandendo la minaccia di una nuova aggressione contro i militanti anti-israeliani di Hezbollah . Il segretario di stato USA Condoleeza Rice aveva detto, nell'estate del 2006, durante gli attacchi aerei e di terra israeliani contro il Libano, che la guerra avrebbe segnato la nascita di un Nuovo Medio Oriente, ovviamente sotto il pieno controllo degli USA e del loro primo alleato: Israele. Il vecchio medio oriente è nelle mani di tiranni locali che collaborano con gli USA, e tuttavia non tutto dipende dalla volontà degli USA e di Israele; l'Iran, che ha tratto vantaggio dalla scomparsa del suo rivale più forte nella regione : il regime di Saddam, e che ha una politica indipendente dopo la rivoluzione del 1979; è considerato il prncipale nemico; la resistenza palestinese è un altro fattore fuori controllo. L'ennesima uccisione di bambini palestinesi a Gaza ha suscitato tra le masse arabe una nuova ondata di rabbia e di furia contro Israele ed i suoi sostenitori, ed una nuova aggressione non farebbe che suscitare ancora più rabbia. Ma ciò a cui le masse sono chiamate veramente è ben diverso dal semplice protestare contro le aggressioni per mantenere lo status quo e sostenere i loro attuali governanti, i quali non sono altro che tiranni corrotti e repressori come altri nella regione, pur se in conflitto con gli interessi degli USA e di Israele, specialmente quelli che hanno il potere a Damasco e Teheran o persino a Ram Allah e Beirut. Occorre che le masse di tutto il medio oriente distruggano questo medio oriente, quello vecchio e quello finto di nuovo che vogliono USA ed Israele, occorre che rovescino tutte le tirannie e combattano gli aggressori, prendendo nelle loro mani il controllo sul proprio destino, per costruire un nuovo medio oriente, il medio oriente dei popoli.
Contro l'ingiustizia politica e sociale, i popoli del medio oriente si uniscano per costruire una nuova convivenza basata sui principi della libertà e della giustizia; contro la repressione nazionalista e le divisioni settarie, che i popoli del medio oriente costruiscano un nuovo mondo fondato sulla solidarietà tra tutte le nazioni e sulla libertà di ciascuno, di ogni nazione e di ogni gruppo etnico.
Per raggiungere questo scopo occorre costruire un movimento popolare di base e di massa in tutto il medio oriente che sia democratico nella sua azione, nei suoi principi e nei suoi scopi. Non fermarsi solo a sconfiggere la prossima aggressione, ma lavorare contemporaneamente alla costruzione del nuovo medio oriente dei popoli.


Mazen Kamalmaz * (Siria) Comunista Anarchico
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali da http://www.anarkismo.net/)

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